Lo studio, intitolato “Lo scatto delle difficoltà e della solitudine”, ha preso in esame 800 persone “dipendenti dai selfie”, ovvero quelli che seguono questa moda fino a farla diventare una vera e propria mania. Quest’ultima, secondo gli esperti, rappresenterebbe una richiesta d’aiuto da parte di coloro che hanno una vita intima poco attiva tra le lenzuola.
L’utilizzo eccessivo dello smartphone servirebbe a nascondere la loro insicurezza e questa loro mancanza di appagamento negli aspetti sessuali della loro vita. Infatti, dalle interviste svolte con i volontari, è emerso che ben l’83% di loro non aveva una vita intima attiva.
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Le parole degli esperti
“Le persone dipendenti dai selfie valutano il loro livello di benessere nell’immagine che costruiscono di sé stessi, utilizzando tecnologie per manipolare l’immagine reale che hanno di sé per poter offrire qualcosa che non esiste ma che percepiscono, invece di affrontare e migliorare la realtà. Sembra che queste persone non riescano a capire che la vita non è un negozio di foto. L’utilizzo dei selfie dovrebbe essere più creativo ed erotico, non basato sul giudizio dei follower per sentirsi appagati”, così concludono gli esperti.
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