Don Milani rivive a Forlimpopoli: uno spettacolo che esplora il suo messaggio attuale.

L'attuale discussione sulla scuola italiana evidenzia una forte polarizzazione tra l'idea di...

Le recenti proposte italiane, che mirano ad inasprire le misure disciplinari e a valorizzare il voto di condotta, ambiscono a ripristinare l’ordine ma rischiano di soffocare la capacità di pensiero critico e responsabilità che Don Milani perseguiva. La semplice imposizione di autorità, priva di un profondo rinnovamento delle relazioni educative, non produce cittadini critici, ma solo obbedienti esecutori. Questo tradisce gli insegnamenti di Milani, evidenziando una carenza pedagogica della quale la scuola fatica a rendersi conto.

“Cara Professoressa” transcende il mero atto teatrale, assumendo il valore di un monito etico. Invita a rivedere i metodi di valutazione, affinché diventino strumenti di crescita e non semplici classificazioni. Il vero amore per la scuola pubblica si concretizza quando l’istituzione si fa carico dei ritardi di ogni singolo studente, abbracciando un “Merito” che significa inclusione. La scuola ideale non è quella che produce i voti più alti, ma quella in grado di garantire che nessuno venga lasciato indietro.

Questa riflessione chiama tutti, educatori e studenti, a ripensare le relazioni e i metodi resi obsoleti dal tempo, portando avanti il messaggio di Don Milani. Solo così si potrà dare vita a una scuola veramente giusta e inclusiva.

Lettera firmata (M.P.)

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