Guerra e inquinamento: le forze armate UE devono rendere pubbliche le loro emissioni.

Guerra e inquinamento: le forze armate UE devono rendere pubbliche le loro emissioni.

La Leadership Europea e Gli Obiettivi Climatici L'Unione Europea è attualmente in una posizione...

La Leadership Europea e Gli Obiettivi Climatici

L’Unione Europea è attualmente in una posizione critica riguardo al rispetto degli obiettivi climatici. Gli esperti avvertono che la mancanza di “leadership credibile” nel settore militare potrebbe compromettere i risultati attesi. Un report del 2022 di Scientists for Global Responsibility e del Conflict and Environment Observatory rivela che le forze armate globali sono responsabili di circa il 5,5% delle emissioni di gas serra, un dato che non può più essere ignorato nel contesto degli accordi climatici internazionali.

Durante i negoziati per l’eliminazione dei combustibili fossili a COP30, è fondamentale che l’UE renda pubbliche e dettagliate le emissioni delle sue forze armate. Secondo il Dott. Soroush Abolfathi, docente associato all’Università di Warwick, “L’Europa non può proclamarsi leader climatico mentre le sue emissioni militari restano opache”. La trasparenza è più che mai necessaria per poter garantire che i risultati attesi dagli accordi di Parigi siano raggiungibili.

Il Costo Ambientale dei Conflitti

Il costo ambientale dei conflitti armati è enorme e non può più essere considerato un aspetto secondario. Negli ultimi anni, il numero di Paesi coinvolti in conflitti è aumentato, e nel 2022, 92 nazioni hanno subito guerre. Queste situazioni non solo devastano le comunità, ma hanno anche un impatto significativo sull’ambiente. Dalla combustione di carburante nei jet e blindati, fino alle operazioni di bonifica post-conflitto, l’impronta di carbonio generata è allarmante. Secondo il rapporto “The War On Climate”, il conflitto tra Israele e Gaza ha prodotto 32,2 milioni di tonnellate di CO₂ in soli 15 mesi.

In particolare, l’invasione russa dell’Ucraina ha portato a emissioni impressionanti di 230 milioni di tonnellate di CO₂ in tre anni. Alla luce di questi dati, si può affermare che le forze armate generano enormi emissioni di gas serra che, per le attuali normative, non sono sottoposte a rendicontazione. La questione dell’opacità delle emissioni militari è diventata quindi cruciale in un momento in cui si stimano aumenti nella spesa per la difesa, come gli 100 miliardi di euro previsti dall’UE entro il 2027.

Il Dott. Abolfathi analizza l’attuale situazione: “Le forze armate generano massicce emissioni di gas serra, devastano gli ecosistemi e lasciano rifiuti tossici che avvelenano le comunità per generazioni”. È evidente che un cambio di paradigma è necessario per rendere il settore militare responsabile delle sue emissioni.

Emissioni Militari in Europa

Attualmente, l’Unione Europea non rende conto di circa l’82% delle sue emissioni militari. Paesi come la Germania hanno recentemente annunciato un notevole incremento della spesa militare, portando a un aumento previsto di 10 milioni di tonnellate di carbonio. In contrasto, Berlino ha ridotto il budget per supportare i Paesi in via di sviluppo nella lotta alle emissioni di gas serra, dimostrando una contraddizione nelle sue politiche ambientali.

Secondo il Dott. Abolfathi, “Gli Stati dell’UE devono affrontare il gap di rendicontazione per poter dimostrare un vero impegno verso gli obiettivi climatici”. Allo stesso tempo, due Stati membri, Austria e Slovenia, si sono impegnati a ridurre le loro emissioni militari a zero, un obiettivo ambizioso che richiede strategie chiare e misurabili.

La questione della rendicontazione delle emissioni militari rimane un tema spinoso. La mancanza di trasparenza in questo settore solleva gravi interrogativi sul reale impatto delle politiche di difesa europea e sulla possibilità di raggiungere obiettivi climatici ambiziosi. Solo attraverso uno sforzo concertato e una leadership chiara sarà possibile affrontare il problema delle emissioni military.

L’impronta di Carbonio dei Paesi Europei

Diverse nazioni nell’Unione Europea mostrano un’impronta di carbonio militare significativa. Secondo stime del Conflict and Environment Observatory, la Francia è tra i Paesi con le emissioni più alte, seguita da Germania, Italia e Spagna. Questi Paesi devono fare i conti con le proprie responsabilità, in quanto le loro spese per la difesa e le operazioni militari hanno un impatto notevole sulle emissioni totali di gas serra.

Si stima che l’impronta militare combinata dei 27 Stati membri dell’UE sia di 24,8 milioni di tonnellate di CO₂. “I Paesi con grandi bilanci della difesa e una forte industrializzazione sono più probabili a essere i maggiori emettitori”, afferma il Dott. Abolfathi, evidenziando le carenze nelle rendicontazioni che rendono difficile avere una visione chiara del problema.

In sintesi, la necessità di rendicontare le emissioni militari e di affrontare il costo ambientale dei conflitti è ora più urgente che mai. Le politiche europee devono evolversi verso una maggiore trasparenza e responsabilità, affinché l’UE possa mantenere un ruolo da leader nella lotta contro il cambiamento climatico.

Fonti ufficiali: Scientists for Global Responsibility, Conflict and Environment Observatory, Euronews.

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