Ictus in Italia: 100.000 casi annuali, l’importanza della prevenzione e delle cure.
L’ictus: una minaccia per la salute globale
L’ictus rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo. Questo evento critico si verifica quando il flusso sanguigno verso il cervello è interrotto o ridotto, provocando danni ai tessuti cerebrali. Esistono principalmente due tipi di ictus: l’ictus ischemico, causato dall’occlusione di un’arteria, e l’ictus emorragico, che si verifica a seguito della rottura di un vaso sanguigno. In Italia, ogni anno si segnalano circa 90-100mila nuovi casi, con un evidente impatto sul sistema sanitario e sociale. L’incidenza aumenta con l’età, soprattutto dopo i 65 anni, raggiungendo picchi oltre i 75.
Venti anni fa, l’ictus era visto come una sentenza di morte quasi certa, ma adesso ci sono strumenti e procedure che possono migliorare significativamente la prognosi. Mauro Silvestrini, preside della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche, ha dichiarato in un’intervista a Medicina Top che, nonostante il numero di nuovi casi resti costante, l’invecchiamento della popolazione italiana è un fattore determinante nel panorama dell’ictus.
Fattori di rischio e importanza della tempestività
Tra le principali cause di ictus troviamo condizioni come l’ipertensione arteriosa, il diabete e la dislipidemia. Inoltre, uno stile di vita poco salutare contribuisce notevolmente al rischio, inclusi il fumo, l’abuso di alcol, e l’inattività fisica. Silvestrini enfatizza l’importanza del tempo: “Ogni secondo che passa dalla comparsa dei sintomi all’inizio del trattamento è cruciale per la prognosi positiva del paziente”. Il cervello è un organo estremamente delicato, e un ritardo nell’intervento può portare a danni irreversibili.
È essenziale non trascurare i segnali di un possibile ictus. I sintomi principali includono debolezza in una mano o una gamba, un viso asimmetrico, difficoltà nel parlare e perdita di coordinazione. Riconoscere questi sintomi e recarsi immediatamente in un’unità di emergenza attrezzata può fare la differenza, poiché il protocollo di trattamento inizia con una TAC per distinguere tra ictus ischemico e emorragico. È importante notare che oltre l’80% dei casi di ictus è ischemico, e a seconda del tipo, vengono avviate le terapie appropriate.
Negli ultimi anni, in Italia, si sono registrati progressi significativi nell’affrontare l’ictus, con un aumento notevole delle Unità Ictus. Ad oggi, il numero di questi centri è cresciuto, ma non basta: si stima che sarebbe necessario raddoppiarne il numero per garantire un’assistenza efficace in tutto il territorio nazionale. Attualmente, oltre la metà di queste strutture è concentrata nelle regioni del nord, lasciando molte aree del sud con una copertura insufficiente.
Riabilitazione e prevenzione: i passi futuri
Un elemento cruciale nel trattamento dell’ictus è la riabilitazione precoce. I pazienti ricoverati in un’Unità Ictus ricevono immediatamente una valutazione e il trattamento inizia entro la prima giornata di ricovero, aumentando notevolmente le probabilità di recupero. Silvestrini sottolinea che un ictus trattato precocemente ha il 70% di probabilità di portare a esiti favorevoli.
La prevenzione gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro l’ictus. Stili di vita sani possono completamente ridurre il rischio di eventi ischemici, e ogni individuo dovrebbe prendersi cura della propria salute. Attività fisica regolare, una dieta equilibrata, controlli medici e l’eventuale assunzione di farmaci sono misure indispensabili. Silvestrini parla di un cambiamento epocale nella medicina: l’apertura dei vasi chiusi ha rivoluzionato le possibilità di trattamento, e oggi anche l’ictus emorragico, storicamente considerato più difficile da gestire, è trattabile con maggiore efficacia.
Le statistiche attuali indicano che, con la crescita della consapevolezza e un buon contenimento dei fattori di rischio, la maggior parte degli ictus potrebbe essere non solo evitata, ma anche rimandata a un’età più avanzata. La formazione di professionisti e la sensibilizzazione della popolazione riguardo ai segnali dell’ictus rappresentano investimenti cruciali per il futuro della salute pubblica in Italia.
In sintesi, mentre l’ictus rimane una delle principali sfide per la salute pubblica globale, le strategie di prevenzione e le innovazioni nel trattamento offrono nuove speranze. È fondamentale continuare a informare e educare la popolazione, garantendo così una vita più sana e più lunga per tutti.
Fonti ufficiali: Organizzazione Mondiale della Sanità, Ministero della Salute Italiano.
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