Insegnare storia: mantenere viva la memoria del passato attraverso una “pedagogia della Resistenza”.
Valorizzare l’Importanza della Resistenza
Di recente, con la collaborazione di studiosi e ricercatori, Missaglia ha pubblicato un volume intitolato “Per una pedagogia della Resistenza”, dedicato ai Convitti della Rinascita, istituzioni educative sorte per volontà delle persone che parteciparono alla Resistenza. La memoria di questo periodo storico è fondamentale per capire il valore della libertà e della democrazia che oggi diamo per scontato. Senza l’evento della Resistenza, la Costituzione italiana che conosciamo non sarebbe mai esistita, un fatto che spesso viene ignorato nel dibattito politico contemporaneo.
Nel suo saggio, Missaglia sottolinea che la Resistenza non fu solo un atto di lotta militare, ma anche un momento di rinascita etica e culturale. Mentre l’Italia si trovava in condizioni desolanti al termine della guerra, i partigiani immaginavano un futuro migliore. I Convitti, concepiti in un contesto di scarsità e miseria, erano emblematici di questa speranza, rimanendo ancorati a principi come partecipazione e autogoverno.
Citando l’esperienza inaugurata a Milano con il primo Convitto dedicato ad Amleto Livi, un giovane partigiano tragicamente ucciso, si evidenzia come queste istituzioni non fossero semplici scuole, ma comunità interattive in cui giovani studenti vivevano, studiavano e lavoravano assieme. La visione di Luciano Raimondi, uno degli architetti di queste iniziative, era quella di creare un convitto in ogni provincia, anche se la realtà politica degli anni successivi soffocò questo progetto promettente.
