Ipotermia: cause, sintomi e trattamenti per esposizione prolungata al freddo
Come si manifesta l’ipotermia nei bambini e nei neonati?
Neonati e bambini perdono calore più rapidamente per la loro superficie corporea relativamente maggiore e la limitata capacità di produrre calore tramite tremori.
La gravità dell’ipotermia è simile a quella degli adulti, ma i sintomi possono differire:
- Ipotermia lieve: vasocostrizione intensa con colorazione bluastra (cianosi), tremori, frequenza cardiaca e respiratoria elevate, paziente ancora vigile.
- Ipotermia moderata: cessano i tremori, agitazione mentale, confusione, disturbi nel linguaggio e debolezza nel pianto.
- Ipotermia grave: perdita di coscienza, coma, perdita dei riflessi, rigidità muscolare che può simulare congelamento.
Il tasso di sopravvivenza nei bambini con ipotermia grave è più alto rispetto agli adulti, specialmente se la causa è un’immersione in acqua fredda.
Diagnosi e quando chiamare il medico
La diagnosi di ipotermia viene sospettata in base alla storia clinica e ai sintomi, e confermata dalla misurazione della temperatura corporea centrale. Si tratta di un’emergenza medica che richiede interventi immediati già sul luogo.
Se una persona esposta al freddo non è cosciente o risponde in modo anomalo, o se fa parte di una categoria a rischio (bambini, anziani), è fondamentale chiamare subito i soccorsi (numero di emergenza 112 o 118 in Italia).
Trattamento dell’ipotermia
Le prime cure consistono nel trasferire la persona in un ambiente caldo, rimuovere gli indumenti bagnati e iniziare il riscaldamento con coperte termiche o coperte isolate. Non va sfregata la pelle, perché può causare danni ai tessuti freddi.
Nei casi più gravi, il riscaldamento deve essere delicato per evitare aritmie cardiache pericolose.
Si possono utilizzare fonti di calore esterne, come borse d’acqua tiepida o impacchi riscaldanti posti su ascelle, inguine e addome, mantenendo temperature di circa 41°C per prevenire ustioni.
In ospedale si effettuano monitoraggi continui della temperatura e si utilizzano tecniche di riscaldamento interno, come la circolazione extracorporea del sangue riscaldato o il riscaldamento di liquidi endoveneosi e cavitari.
Durante tutto il trattamento, è fondamentale controllare il ritmo cardiaco e prevenire complicazioni evidenti, ad esempio lo shock da ritorno del sangue freddo dalle estremità.
