Iran: Abedini chiede sostegno occidentale per il popolo in lotta per la libertà
La Necessità di Sostenere il Popolo Iraniano
ROMA (ITALPRESS) – L’Occidente è chiamato a scegliere la giusta politica per sostenere il popolo iraniano e il suo movimento di resistenza democratica, affinché possa rovesciare il regime attuale e instaurare una Repubblica democratica in Iran. Questa è l’opinione di Hossein Abedini, vicepresidente dell’Ufficio britannico del Consiglio Nazionale di Resistenza Iraniana (NCRI), espressa in un’intervista esclusiva all’Agenzia Italpress.
Abedini mette in evidenza una situazione instabile in Iran, accentuata da quattro principali preoccupazioni. Prima di tutto, il deterioramento dei diritti umani, che è aumentato notevolmente dopo il conflitto di dodici giorni tra Iran e Israele, durante il quale il regime ha intensificato la repressione degli oppositori. Con un record di 1.450 esecuzioni da gennaio, secondo Amnesty International, il regime di Masoud Pezeshkian, definito “liberale”, sta dimostrando la sua feroce opposizione alla libertà e alla giustizia.
Le Preoccupazioni Internazionali sull’Iran
La seconda questione sollevata da Abedini riguarda il terrorismo di stato perpetrato dal regime iraniano. Non solo i dissidenti iraniani, ma anche cittadini stranieri sono spesso presi di mira. La terza preoccupazione è l’influenza destabilizzante del regime negli affari di altri Paesi del Medio Oriente, il che genera instabilità e conflitti nella regione. Infine, l’apertura di un capitolo sul nucleare iraniano continua a preoccupare la comunità internazionale, rendendo il regime una potenziale minaccia globale.
Abedini è arrivato a Roma in occasione di due conferenze internazionali dedicate alla situazione in Iran. Durante questi eventi, ha sottolineato come il regime sia in una fase critica e inevitabile di declino. “Il regime crollerà, non c’è dubbio. È fondamentale comprendere quale possa essere la soluzione”, sostiene Abedini, che ha anche vissuto in prima persona la violenza del regime, essendo stato vittima di numerosi attentati.
In un racconto accattivante, Abedini condivide la sua personale esperienza di attacco, descrivendo i gravi danni fisici che ha subito e il lungo processo di recupero. “Miracolosamente, sono sopravvissuto e ho reso pubblica la mia situazione. Ciò che temono di più è che il nemico del regime è all’interno dell’Iran stesso: il popolo iraniano”, aggiunge, ribadendo come le esecuzioni e gli attentati all’estero siano segno della vulnerabilità e della paura del regime.
Riguardo al conflitto “di dodici giorni”, caratterizzato da attacchi israeliani e americani contro impianti nucleari e militari in Iran, Abedini giudica tali azioni come il prodotto di una politica di conciliazione errata adottata da molti Stati occidentali nel corso degli anni. Il vicepresidente del NCRI afferma che “non si può rovesciare una dittatura dall’alto con bombardamenti”, sottolineando l’importanza di un approccio più coerente e solidale nei confronti della popolazione iraniana.
Abedini ricorda le parole della presidente eletta della resistenza iraniana, Maryam Rajavi, che ha delineato una “terza opzione” per affrontare la crisi in Iran: un no decisivo sia alle politiche concilianti sia all’uso della forza militare. “Chiediamo solo che i Paesi occidentali siano determinati e chiari nella loro posizione contro questo regime oppressivo”, spiega Abedini.
Le richieste del NCRI non si concentrano su fondi o armi, ma su un impegno chiaro da parte della comunità internazionale nel contrastare la politica di conciliazione che ha reso il regime più audace nel perseguire i suoi obiettivi nucleari e di militarizzazione.
“In questo contesto, il numero di esecuzioni e le violazioni dei diritti umani continuano a crescere”, sottolinea Abedini. “Negli ultimi quattro decenni, circa 120.000 membri e sostenitori dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano, il principale movimento di opposizione, sono stati giustiziati. Non sono solo numeri, ma vite umane, persone che hanno scelto di resistere”.
Il vicepresidente dell’Ufficio NCRI a Londra conclude affermando che l’Occidente deve adottare una strategia proattiva: “Deve sostenere il popolo iraniano e il suo movimento di resistenza democratica, creando le condizioni per un Iran libero da armi nucleari e da pena di morte, un Paese in cui uomini e donne possano vivere in uguale libertà e coesistenza”.
Fonti: Amnesty International, Consiglio Nazionale di Resistenza Iraniana.
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