Iran: Cuzzelli, minaccia a Israele ridotta ma persiste nel tempo.

Iran: Cuzzelli, minaccia a Israele ridotta ma persiste nel tempo.

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Situazione Strategica Irano-Israeliana: Un’Analisi Profonda

Roma, 27 ottobre 2023 – La minaccia iraniana nei confronti di Israele, sebbene non completamente eliminata, è stata significativamente ridotta grazie a una serie di azioni strategiche. Questo è quanto afferma Giorgio Cuzzelli, esperto di Sicurezza e Studi Strategici presso l’Università Lumsa di Roma, in un’intervista con l’agenzia Italpress. In particolare, Cuzzelli menziona come la neutralizzazione degli agenti di prossimità e la riduzione della capacità missilistica e nucleare abbiano influito sulla sicurezza nella regione.

La Minaccia Nucleare: Effetti dei Bombardamenti Statunitensi

La questione della minaccia nucleare iraniana rimane cruciale, e Cuzzelli analizza se i bombardamenti americani su siti critici a Teheran abbiano avuto effetti duraturi o se si tratti solo di un “rinvio di qualche mese” del programma nucleare iraniano. “Certamente, gli attacchi hanno avuto un impatto. In particolare, i siti di Isfahan e Natanz, entrambi installazioni di superficie, hanno subito danni significativi. Fordow, invece, è un impianto sotterraneo che richiede un’attenzione particolare”, spiega Cuzzelli, facendo notare l’importanza della tecnologia delle bombe utilizzate.

Per le installazioni sotterranee in questione, come Fordow, è stata utilizzata la GBU-57, nota come Massive Ordnance Penetrator (MOP), progettata per penetrare grandi profondità. Cuzzelli, con una carriera militare alle spalle, sottolinea che “queste bombe hanno una testata di circa 2,5 tonnellate, e il loro design consente loro di penetrare fino a 60 metri nel terreno”. Ciò genera un’onda sismica che può avere effetti devastanti, anche su strutture robuste.

A questo punto, il generale afferma: “Immaginate gli effetti di un’esplosione di quel calibro, che può demolire tutto ciò che incontra. Se le strutture iraniane hanno resistito agli impatti, ciò non toglie che ci sia stata una significativa dispersione di energia.” Diverse fonti ufficiali, tra cui rapporti del Pentagono, confermano l’uso di queste tecnologie all’avanguardia nella guerra moderna.

Non sono mancate critiche nei confronti dei bombardamenti, e diversi esperti, compreso il generale Mark Milley, capo di stato maggiore statunitense, hanno avvertito che l’uso della forza militare deve essere sempre accompagnato da strategie diplomatiche per evitare escalation indesiderate. Come ha affermato Milley: “Dobbiamo sempre considerare l’esito finale e se la nostra azione porta a stabilità o a maggiore instabilità.”

Intelligence e Precisione nelle Operazioni Militari

Cuzzelli afferma che l’intelligence israeliana ha avuto un ruolo cruciale nella pianificazione degli attacchi. I bombardamenti statunitensi sono avvenuti in corrispondenza dei condotti di aerazione, essenziali per la ventilazione dei bunker sotterranei. “La precisione con cui sono stati condotti gli attacchi suggerisce un’intensa attività di intelligence”, dice l’esperto.

Una volta eseguiti i bombardamenti, valutare i danni diventa complesso. “Le fotografie aeree possono fornire informazioni sui danni superficiali, ma il reale impatto sotterraneo è difficile da valutare senza dati riservati”, aggiunge Cuzzelli. Tuttavia, la capacità di Israele di raccogliere informazioni sui sistemi di sicurezza iraniani è un aspetto che non può essere sottovalutato.

In un contesto più ampio, il colpo ai siti nucleari non rappresenta solo un attacco militare, ma è parte di una campagna che Cuzzelli descrive come un “passaggio in un conflitto più ampio” che dura da decenni. Il professor Cuzzelli sottolinea che, in questo complesso scenario geopolitico, l’Iran ha perso gran parte della sua influenza, e le sue capacità di difesa sono state erose in maniera significativa nell’ultimo anno.

In questo scenario di debolezza strategica, si apre uno spiraglio per negoziati genuini. “L’Iran ha bisogno di trovare un modo per uscire dall’impasse attuale, e gli Stati Uniti, nonostante tutto, rimangono l’unico mediatore di riferimento”, dice Cuzzelli. “Dopo anni di conflitti, la posizione dell’Iran è ora vulnerabile, e un dialogo potrebbe essere l’unica soluzione per salvaguardare i propri interessi.”

Fonti ufficiali, come i rapporti del Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), avvertono che nonostante gli attacchi, le trattative per limitare il programma nucleare iraniano devono proseguire per evitare nuove escalation. “Solo attraverso un approccio diplomatico si possono risolvere le tensioni in Medio Oriente”, afferma Richard Haass, presidente del CFR.

In sintesi, la situazione attuale è il risultato di un complesso intreccio di fattori strategici e militari. La riduzione dell’influenza iraniana e la sua vulnerabilità potrebbero aprire la porta a future trattative, ma le incertezze geopolitiche rimangono. Le reazioni globali e le posizioni di attori chiave come USA, Russia e Cina, continueranno a influenzare il corso degli eventi nella regione.

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