Iran: rischi di instabilità regionale nel dibattito sul cambio di regime.

Iran: rischi di instabilità regionale nel dibattito sul cambio di regime.

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L’Operazione “Rising Lion” e il Futuro dell’Iran: Riflessioni e Conseguenze

L’Obiettivo di Tel Aviv

Il 13 giugno, Israele ha avviato l’operazione “Rising Lion” contro l’Iran, mirando a frenare lo sviluppo del programma nucleare e degli arsenali missilistici di Teheran. Questa strategia risponde non solo agli interessi di Tel Aviv, ma anche a quelli di Washington, intenzionata a destabilizzare il regime degli ayatollah. Roberta La Fortezza, ricercatrice dell’Università di Siena, ha analizzato la situazione in un’intervista con Italpress, evidenziando le complesse dinamiche che circondano l’operazione.

La Questione del "Regime Change"

La Fortezza si interroga su quanto sia realmente possibile un cambio di regime in Iran. Le attuali condizioni, infatti, non sembrerebbero favorire una transizione così rapida. “Qualora un cambiamento avvenisse, si rischierebbe di creare un vuoto di potere in una regione già instabile, con conseguenze imprevedibili e potenzialmente devastanti”, ha dichiarato.

La mancanza di un’opposizione organizzata nei confronti del regime degli ayatollah rappresenta un ostacolo significativo. “La popolazione potrebbe non sostenere l’azione israeliana, diversamente da quanto ci si aspetterebbe”, ha aggiunto La Fortezza. Le proteste, come quelle scaturite dalla morte di Mahsa Amini, hanno visto partecipare in gran parte minoranze etniche, mentre la maggioranza degli iraniani rimane ambivalente verso un’azione militare esterna.

Secondo fonti diverse condotte da esperti di sicurezza internazionale, molte delle attuali tensioni derivano dalla percezione che il supporto occidentale potrebbe ulteriormente compromettere le reali aspirazioni di cambiamento. “Ogni volta che l’Occidente è intervenuto, ha solo complicato la vita politica interna in Iran”, ha riassunto un ex diplomatico statunitense.

Le Conseguenze delle Azioni Militari

La strategia israeliana mira a indebolire il regime iraniano colpendo infrastrutture critiche. Negli ultimi bombardamenti, sono stati presi di mira elementi essenziali delle difese aeree iraniane, come radar e basi missilistiche. Tali operazioni hanno potenzialmente colpito circa 2.000 missili balistici prima del 13 giugno, come stimate da fonti israeliane.

Nonostante ciò, non è chiaro il reale impatto di questi attacchi sull’arsenale iraniano. “I danni alle capacità militari di Teheran sono significativi, ma determinarne l’esatto stato è complicato”, ha evidenziato La Fortezza. Anche le fonti delle Guardie della rivoluzione iraniane, note anche come IRGC, hanno confermato le difficoltà nel movimentare i missili dai depositi durante le operazioni.

La Risposta del Popolo Iraniano

La reazione della popolazione iraniana agli attacchi israeliani è difficile da prevedere. “Le azioni di Israele potrebbero anche avere l’effetto inverso, unendo il popolo iraniano intorno alle istituzioni che percepiscono come le uniche in grado di resistere a tale aggressione”, ha sottolineato La Fortezza. Questo fenomeno è stato notato nella storia recente, quando il conflitto tra Iraq e Iran ha rafforzato il supporto al regime degli ayatollah.

In una dichiarazione pubblica, il presidente iraniano ha affermato: “L’iraniano ha il diritto di difendere la propria sovranità e di resistere a chiunque minacci la nostra sicurezza”. Tali posizioni evidenziano come l’anti-israelismo possa diventare un punto d’unione, anche tra coloro che sono critici nei confronti del regime.

L’Impatto Sulle Dinamiche Regionali

L’attuale crisi potrebbe avere ripercussioni significative sull’equilibrio regionale. La destabilizzazione dell’Iran potrebbe generare una serie di conflitti interna ed estera. Come avvertito da esperti dell’analisi geopolitica: “Aggressioni militari in regioni delicate come il Medio Oriente possono generare un effetto domino difficilmente controllabile”.

Le dichiarazioni di funzionari internazionali indicano una crescente preoccupazione per il futuro della regione. “In un momento di instabilità, la cooperazione tra le nazioni potrà apportare le soluzioni necessarie”, ha dichiarato un alto rappresentante dell’ONU.

La fine di una potenziale transizione di regime in Iran non solo porterebbe a incertezze interne, ma anche a un ribilanciamento delle alleanze geopolitiche, coinvolgendo potenze regionali come Arabia Saudita, Turchia e Israele.

Conclusioni sul Futuro dell’Iran

Il futuro immediato dell’Iran rimane incerto, con la popolazione che vive in uno stato di vulnerabilità a causa delle recenti azioni militari. “Dobbiamo attendere e osservare come si sviluppano gli eventi. La strategia israeliana ha già inflitto colpi significativi alle capacità iraniane, ma le risposte e le alleanze sono tutte da definire”, ha concluso La Fortezza.

Le tensioni in Medio Oriente sono destinate a rimanere elevate, mentre le reazioni a questi sviluppi continueranno a plasmare le politiche regionali e globali, in un panorama in continuo cambiamento.

  • Foto: staff La Fortezza (ITALPRESS)

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