“La principessa e il ranocchio” compie 16 anni: il compleanno del 49° classico Disney
La strada verso il film: un progetto di transizione pieno di incognite
Lo sviluppo de La principessa e il ranocchio fu tutt’altro che semplice. L’animazione tradizionale, dopo anni di sperimentazione in CGI, doveva dimostrare di essere ancora competitiva in un mercato ormai dominato dal digitale. A questo si aggiungevano le aspettative altissime: il film avrebbe dovuto segnare il ritorno dei musical animati, un genere che aveva defini to l’identità Disney tra gli anni ’80 e ’90.
Pur non essendoci stati cambiamenti drammatici in corso d’opera, molti analisti sottolineano che il progetto portava sulle spalle una responsabilità storica, e le discussioni interne su stile, tono e direzione musicale furono numerose. L’influenza del jazz, l’ambientazione a New Orleans e la scelta dei registi veterani contribuirono a creare un’opera “di confine”, in bilico tra eredità del passato e rischi del futuro.
L’eredità del Classico: tra ricezione, rappresentazione e nuovi sguardi
Ancora oggi, il valore de La principessa e il ranocchio viene letto attraverso molteplici prospettive. Una parte della critica lo interpreta come un ponte tra due epoche dell’animazione Disney; altri lo considerano un manifesto dell’inclusività, grazie alla figura di Tiana e alla rappresentazione multiculturale della città di New Orleans.
È un Classico che continua a essere oggetto di discussione e rivalutazione, soprattutto in un’epoca in cui i temi della rappresentazione sono centrali nel dibattito culturale.
