Laboratorio Sapienza: Creazione di ambienti tumorali per terapie più mirate ed efficaci

Un’innovativa scoperta nel campo della ricerca oncologica: il bioreattore sVEB
Un team di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma ha realizzato un dispositivo pionieristico: il small Vessel Environment Bioreactor (sVEB). Questo bioreattore è in grado di riprodurre in modo estremamente preciso il microambiente tumorale umano, inclusa la vascolarizzazione e l’interazione con il sistema immunitario. La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale Biomaterials, rappresenta una tappa fondamentale verso l’avvento della medicina personalizzata e dell’oncologia di precisione.
Il bioreattore sVEB: una svolta nella simulazione dei tumori
Il sVEB è un passo avanti considerevole rispetto ai metodi tradizionali di studio dei tumori, come le colture cellulari bidimensionali o gli “organi su chip”. Attraverso l’utilizzo di cellule derivate dai pazienti, accoppiate a tecnologie all’avanguardia come la stampa 3D, la millifluidica e i materiali intelligenti, il bioreattore riesce a ricreare la complessità della rete vascolare e il comportamento dinamico dei tumori con una precisione mai vista prima.
Prof. Roberto Rizzi, coordinatore dello studio, spiega: «Il nostro obiettivo era creare un sistema in grado di emulare le condizioni reali del corpo umano. Grazie al sVEB, possiamo osservare in tempo reale come un tumore interagisce con il sistema immunitario e i vasi sanguigni». Questa opportunità di studio approfondito segna una nuova era nella ricerca oncologica.
Terapie oncologiche personalizzate: la promessa del sVEB
Il bioreattore sVEB apre la strada a un futuro in cui le terapie oncologiche possono essere adattate in modo più efficace ai singoli pazienti. La capacità di osservare in tempo reale le interazioni tra le cellule tumorali e quelle immunitarie consente ai ricercatori di analizzare le reazioni in condizioni controllate. Ciò potrebbe facilitare la creazione di trattamenti mirati che massimizzano l’efficacia e minimizzano gli effetti collaterali.
Secondo il Prof. Rizzi, la versatilità del sVEB è una chiave per comprendere meglio le risposte dei tumori ai diversi trattamenti: «La possibilità di studiare una varietà di tumori in condizioni simulate ci permette di fare progressi significativi nella personalizzazione delle terapie».
L’uso innovativo delle particelle magnetiche
Una delle innovazioni più affascinanti del sistema è l’impiego di particelle magnetiche per dirigere le cellule immunitarie direttamente verso il tumore. Questa strategia promette di convertirli da tumori “freddi”, che sono generalmente poco reattivi all’immunoterapia, a tumori “caldi”, che mostrano una risposta molto più elevata ai trattamenti immunologici. Risultati preliminari suggeriscono che questa tecnica potrebbe aumentare drasticamente l’efficacia delle terapie esistenti.
Dott.ssa Carla Sorrentino, immunologa e membro del team di ricerca, ha dichiarato: «L’uso delle particelle magnetiche rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella terapia tumorale. La capacità di guidare le cellule immunitarie offre una nuova strategia per affrontare i tumori più ostinati».
Versatilità applicativa del bioreattore oltre il cancro al seno
Originariamente progettato per lo studio del cancro al seno, la modularità del sVEB consente di adattarlo allo studio di altri organi come cuore, cervello e polmoni. Questa versatilità lo rende un modello innovativo per simulare sistemi fisiologici complessi e vascolarizzati, ampliando notevolmente il campo di applicazione della ricerca.
L’approccio modulare del bioreattore sVEB potrebbe aprire nuove strade nella comprensione e nel trattamento di malattie diverse dal cancro, portando a scoperte che potrebbero trasformare il modo in cui affrontiamo le patologie al di là dell’oncologia.
Opportunità future nella ricerca oncologica
Secondo una dichiarazione di Andrea Ricci, direttore della ricerca presso l’Università La Sapienza, «Questa innovazione potrebbe significare un miglioramento tangibile nelle strategie di intervento per il trattamento dei tumori, ponendo le basi per una medicina veramente personalizzata». Le implicazioni di questa ricerca sono enormi e potrebbero rivoluzionare i protocolli terapeutici attuali, offrendo ai pazienti speranze nuove e concrete.
Con il sVEB, la strada verso terapie oncologiche più efficaci e su misura appare più chiara che mai. L’integrazione di innovazioni scientifiche e tecnologie all’avanguardia segna un punto di svolta nella lotta contro il cancro, promettendo un futuro luminoso per la medicina e i pazienti che ne beneficiaránno.
Ultimo aggiornamento: giovedì 5 giugno 2025, 13:46.
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