Un terzo delle donne affronta disagio psicologico: l’importanza del supporto ginecologico
Il disagio psicologico tra le donne italiane: un dato allarmante
ROMA (ITALPRESS) – Un nuovo studio rivela un aspetto inquietante della salute mentale delle donne italiane che accedono a ambulatori ginecologici. Più di un terzo di queste donne segnala disagio psicologico e sociale. In particolare, il 33% afferma di aver subito violenze – fisiche, psicologiche, verbali o sessuali – mentre il 14% vive in condizioni di insicurezza alimentare. Questi dati sono stati presentati dalla Professoressa Antonia Carla Testa, esperta di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile di un innovativo studio pubblicato sulla rivista internazionale “American Journal of Obstetrics and Gynecology Global Report” (Impact factor 8,7).
La ricerca e il progetto “Porte Sociali” delle ACLI
L’idea di questo studio nasce dall’iniziativa di supporto “Porte Sociali”, promossa dalle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) di Roma. La Dottoressa Lidia Borzì, vicepresidente delle ACLI romane, ha sottolineato l’importanza della collaborazione con il Policlinico Gemelli. Secondo lei, l’ascolto è fondamentale per fornire risposte concrete ai bisogni delle pazienti, spesso influenzati da problematiche sociali. Le volontarie delle ACLI operano nell’ambulatorio di ginecologia, contribuendo a creare un ambiente accogliente per le pazienti.
La Professoressa Testa ha evidenziato l’importanza della ricerca per migliorare l’assistenza: “Abbiamo realizzato uno studio scientifico per analizzare con rigore le condizioni socioeconomiche delle donne che frequentano i nostri servizi”, ha affermato. Grazie all’impegno delle volontarie, sono stati raccolti oltre 400 questionari, rivelando dati sorprendenti, come il fatto che un terzo delle pazienti ha denunciato esperienze di violenza.
Secondo i risultati, le pazienti con patologie oncologiche o croniche, nonché quelle in difficoltà economiche e con esperienze di violenza, corrono un rischio significativamente maggiore di disagio psicosociale. In particolare, le pazienti oncologiche hanno un rischio di disagio quasi quattro volte superiore rispetto alle donne senza patologie.
L’importanza di questo studio è confermata anche dal Professor Antonio Gasbarrini, Ordinario di Medicina Interna all’Università Cattolica. Egli ha applaudito l’approccio innovativo dell’indagine, che unisce rigorosa metodologia e sensibilità etica: “Questo è un esempio di medicina integrata nel tessuto sociale, capace di trasformare il bisogno in azione”, ha detto.
Il progetto rappresenta un importante passo verso l’emergere di programmazioni future nel campo dell’assistenza sanitaria. La Professoressa Anna Fagotti, responsabile della Ginecologia Oncologica presso il Policlinico Gemelli, ha dichiarato che queste iniziative mirano a prendersi cura della donna nella sua totalità, e non solo della malattia. “Stiamo lavorando alla creazione di un centro di eccellenza per la salute della donna, dove ogni aspetto della sua vita possa trovare ascolto e integrazione”, ha sottolineato.
Questo studio è vitale per migliorare le cure e rispondere a bisogni concreti. La Sinergia tra medicina, ricerca e volontariato sta creando un ambiente fertile per il cambiamento e la speranza. La Professoressa Testa ha inoltre dichiarato che l’obiettivo è continuare a sviluppare progetti che aiutino le pazienti vulnerabili a reperire aiuti integrativi adeguati.
Il Professor Alessandro Sgambato, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, ha enfatizzato ulteriormente il significato di questa ricerca. Ha sottolineato l’importanza di quantificare le esperienze di violenza tra le pazienti, un tema spesso invisibile ma di rilevante necessità. “Dobbiamo portare alla luce queste problematiche ed affrontarle con serietà e metodo”, ha affermato, riconoscendo il valore internazionale dei dati ottenuti.
L’iniziale studio non solo riflette il drammatico stato di salute psicosociale delle donne, ma inoltre pone le basi per sviluppi futuri nella gestione della salute integrata. La realizzazione di progetti ad hoc per supportare le donne in difficoltà potrebbe diventare una priorità, contribuendo al benessere dell’intera comunità.
Le collaborazioni tra il mondo accademico e il volontariato stanno dimostrando di poter creare sinergie significative nel settore della salute. Con un approccio integrato e attento ai bisogni reali delle persone, si stanno aprendo nuove strade per l’assistenza sanitaria e il supporto sociale.
Per approfondimenti, è possibile consultare la pubblicazione originale dello studio sulla rivista “American Journal of Obstetrics and Gynecology Global Report” e i rapporti delle ACLI per un’analisi più dettagliata del progetto “Porte Sociali”.
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