Lampi solari: funzionano davvero contro il disturbo affettivo stagionale (SAD)?

Lampi solari: funzionano davvero contro il disturbo affettivo stagionale (SAD)?

Per ottenere gli effetti terapeutici desiderati, la lampada solare deve essere posizionata a una distanza adeguata dalla persona, in modo che la luce possa raggiungere gli occhi senza guardare direttamente la fonte luminosa, per evitare danni oculari.

Un dispositivo efficace deve avere un’intensità luminosa di almeno 2.500 lux; il modello più comune prescrive un’intensità di 10.000 lux da utilizzare preferibilmente al mattino, quando la luce naturale è insufficiente, soprattutto in autunno e inverno.

La durata e il momento delle sessioni di terapia variano a seconda del problema trattato. Per la carenza di vitamina D, ad esempio, la terapia può consistere in 15 minuti al mattino. Per il disturbo affettivo stagionale, la terapia prevede sessioni più lunghe, di almeno due ore, distribuite tra mattina, sera e notte, su prescrizione medica.

Nonostante i meccanismi precisi non siano completamente chiariti, l’esposizione alla luce sembra influenzare ormoni fondamentali come la melatonina e la serotonina, regolatori essenziali di umore e sonno. Inoltre, la produzione di vitamina D e la riduzione della pressione sanguigna indotte dalla luce naturale potrebbero essere replicate dalle lampade solari attraverso l’emissione di raggi ultravioletti.


Rischi e precauzioni nell’utilizzo delle lampade

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