“Lo straniero”: Ozon rielabora Camus, un’opera intensa in concorso a Venezia 82.
Il bianco e nero adottato da Ozon non è solo uno stile visivo; è un linguaggio che si rifà al cinema di Robert Bresson, una delle sue maggiori influenze. Questo trattamento stilistico dialoga con l’astrazione del dramma, sottolineando una sensibilità per i piccoli gesti e le emozioni che caratterizzano i personaggi. Questo approccio conferisce al film una solida struttura drammaturgica, capace di coinvolgere e sconvolgere lo spettatore.
Nel cast spiccano le performance di Benjamin Voisin nel ruolo di Meursault, Rebecca Marder nei panni di Marie e Pierre Lottin come Raimond. Ogni attore aggiunge un’intensità unica alla narrazione, contribuendo a rendere i personaggi profondamente umani, nonostante le loro debolezze. Non da meno, Denis Lavant offre una performance straordinaria nel ruolo del vecchio vicino, un simbolo della saggezza e della complessità della vita che interseca il percorso di Meursault.
Il film di Ozon si presenta come un’analisi accattivante e provocatoria delle tensioni tra cultura francese e algerina. Attraverso le scelte estetiche e le interpretazioni avvincenti, “Lo straniero” diventa un’opera che invita alla riflessione, rimanendo fedele alla profondità del testo di Camus e contemporaneamente offrendo una lettura contemporanea del suo significato.
