Mick Taylor e l’addio ai Rolling Stones: l’anniversario di una svolta nella storia della band
Dopo l’addio: scelte, sostituzioni e continuità
L’uscita di Taylor aprì un periodo di audizioni e valutazioni che coinvolsero diversi chitarristi. Alla fine, Mick Jagger e Keith Richards optarono per **Ron Wood**, proveniente dai **Faces**, il cui ingresso portò un’energia completamente diversa: più ruvida, più condivisa, più vicina allo spirito originario della band. Wood rimane tutt’oggi una delle colonne musicali degli Stones, contribuendo a dare stabilità e una nuova estetica alla chitarra della band.
Taylor, invece, ha proseguito un percorso solista e collaborazioni più sporadiche, mantenendo una dimensione meno mediatica ma musicalmente rispettata. E, nonostante l’addio, non ha mai reciso del tutto il legame con i suoi ex compagni: in occasioni speciali, infatti, è tornato a esibirsi sul palco con gli Stones, alimentando la nostalgia di chi lo considera il miglior chitarrista mai passato nella loro formazione.
L’eredità artistica: un dibattito ancora aperto
A cinquant’anni dal suo addio, la figura di Mick Taylor continua a generare riflessioni e interpretazioni. Da un lato, il suo contributo tecnico e compositivo è valutato come uno dei più elevati nella storia del gruppo; dall’altro, la sua uscita rappresenta un momento di svolta che ha permesso agli Stones di intraprendere nuovi percorsi sonori.
La sua parabola all’interno della band testimonia la complessità dell’equilibrio creativo nei grandi gruppi rock: un dialogo continuo tra personalità, visioni e stili che, talvolta, conduce a separazioni dolorose ma inevitabili.
