Nel 2025, Hollywood si avvicinò all’AI ma non portò risultati positivi.
L’intelligenza artificiale non è una novità per Hollywood, ma quest’anno la sua presenza si è fatta più potente. Negli ultimi anni, l’industria dell’intrattenimento ha impiegato diverse tecnologie di generazione AI in vari processi di post-produzione, dalla ricostruzione della giovinezza degli attori all’eliminazione degli sfondi verdi. In molte situazioni, questa tecnologia ha rappresentato uno strumento utile per gli artisti, semplificando compiti laboriosi e che richiedevano lunghi tempi di completamento. Nel 2025, Hollywood ha cominciato a esplorare l’uso di AI generativa di tipo diverso, principalmente per creare contenuti video da testi, ma questa tecnologia ha offerto ben poche applicazioni pratiche nei flussi di lavoro tradizionali. Nonostante gli ingenti investimenti, non c’è stato alcun progetto AI generativo che abbia dimostrato il motivo di tanto clamore.
La tensione iniziale tra Hollywood e l’AI
Il rapporto tra Hollywood e l’AI non è iniziato sotto i migliori auspici. I grandi studi erano pronti a portare in tribunale le aziende che sviluppavano queste tecnologie, in quanto i loro modelli di generazione video erano stati chiaramente addestrati su opere protette da copyright. Diverse grandi produzioni, come Disney, Universal e Warner Bros. Discovery, hanno sporto denuncia contro le aziende di AI per questo motivo. Tuttavia, alcuni dei più importanti decisori di Hollywood hanno scelto di collaborare con esse invece di combatterle. Seppur il futuro di queste alleanze rimanga incerto, i segnali indicano una tendenza a un’implementazione sempre più massiccia di contenuti AI generativi.
Quest’anno, molti dei titoli principali sull’AI sono stati dominati da aziende di grandi dimensioni come Google e OpenAI, ma anche piccole startup hanno cercato di ritagliarsi uno spazio nell’industria dell’intrattenimento. Un esempio è Asteria, la startup di Natasha Lyonne, focalizzata su modelli di generazione video “etici”. Altre realtà come Showrunner, sostenuta da Amazon, permettono agli utenti di creare “show” animati semplicemente a partire da poche frasi descrittive inserite su Discord. Queste ultime hanno tentato di legittimare l’uso dell’AI generativa per velocizzare lo sviluppo di film e serie, mantenendo al contempo i costi di produzione contenuti.
