Netanyahu propone Trump per il Nobel della pace durante la cena alla Casa Bianca.
Visita di Netanyahu alla Casa Bianca: Un incontro decisivo
WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il presidente americano Donald Trump ha accolto per la terza volta Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, in un momento cruciale per il Medio Oriente dove il conflitto è giunto al ventunesimo mese. La cena privata organizzata da Trump ha avuto come tema centrale i piani per un cessate il fuoco definitivo nella regione.
Inizialmente riservata, la cena ha concesso poi l’accesso a una parte della stampa. Durante l’incontro, Netanyahu ha rivelato di aver candidato Trump al premio Nobel per la pace, presentando una copia della lettera inviata al comitato. “Questa onorificenza è meritata perché Trump ha sempre dimostrato un impegno reale verso la pace”, ha affermato Netanyahu, richiamando il lungo percorso di mediazione del presidente statunitense.
Trump ha risposto esprimendo il suo apprezzamento per la candidatura, definendola “significativa”, e ha sottolineato le sue ambizioni per la pace in Medio Oriente. “Insieme possiamo instaurare una vera stabilità nella regione”, ha dichiarato, mentre Netanyahu ha aggiunto di avere fiducia nel fatto che si possa raggiungere un accordo con i palestinesi, garantendo la sicurezza di Israele.
Colloqui con l’Iran e conflitto in Ucraina
Un altro tema discusso durante l’incontro è stato il recente interesse dell’Iran nel dialogo. Trump ha confermato che ci saranno colloqui programmatici tra funzionari statunitensi e iraniani: “L’Iran vuole parlare e noi siamo disponibili. L’incontro potrebbe tenersi a breve”, ha comunicato, alimentando le aspettative su un possibile avvicinamento diplomatico.
In merito al conflitto in Ucraina, Trump ha espresso la sua preoccupazione per la situazione attuale, definendola “orribile” e rivelando l’intenzione di supportare l’Ucraina con più armamenti. “I soldati ucraini devono essere in grado di difendersi. Vedo un popolo coraggioso affrontare una guerra su più fronti”, ha dichiarato, aggiungendo ulteriore pressione su Kiev in un momento già delicato.
In un’altra parte della sua agenda, Trump ha commentato le devastazioni causate dalle recenti alluvioni in Texas, promettendo supporto e attenzione per le famiglie colpite. “Ci sono stati danni inimmaginabili e farò tutto il possibile per alleviare la situazione”, ha sottolineato. La visita programmata in Texas per il prossimo venerdì mette in evidenza l’impegno dell’amministrazione verso le emergenze interne.
Sotto un altro profilo, durante la visita di Netanyahu, diversi familiari degli ostaggi trattenuti a Gaza hanno manifestato a Washington, chiedendo maggiore attenzione e giustizia. Netanyahu ha dichiarato che circa 50 persone sono ancora in ostaggio e solo una ventina di esse sarebbero ancora vive. Una situazione drammatica che amplifica il richiamo alla comunità internazionale per una soluzione ai conflitti in corso.
Al briefing tenuto lunedì, è stata posta una domanda alla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, riguardo alla possibilità che gli Stati Uniti prendano il controllo di Gaza per guidarne la ricostruzione. “Non è un’idea mai espressa direttamente dal presidente”, ha chiarito Leavitt, affermando però che l’amministrazione sta attivamente cercando di trovare un accordo per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi.
Nel frattempo, l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, è programmato per recarsi in Qatar, con l’obiettivo di mediare una soluzione. “La nostra priorità rimane la pace e la liberazione di tutti gli ostaggi”, ha ribadito il presidente.
Nei colloqui avuti da Netanyahu prima della cena, il premier israeliano ha dialogato con figure chiave come Marco Rubio e Mike Johnson, evidenziando il ruolo degli Stati Uniti come mediatore principale. Come riportato da fonti ufficiali, la cooperazione tra le due nazioni è vitale per facilitare un clima di pace e stabilità nel Medio Oriente.
Un incontro ricco di contenuti, dunque, che potrebbe portare a sviluppi significativi nella gestione dei conflitti in corso, sia in Iran che in Medio Oriente, mentre l’attenzione del mondo intero rimane fissata su questi eventi cruciali.
(Fonte: ITALPRESS)
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