Raffaella Brogi: giudice single vince battaglia legale per adottare un bambino straniero.
Raffaella Brogi: una battaglia per i diritti delle persone single
Oggi, domenica 18 maggio, alle 17:20 su Rai 1, nel programma “Da noi… a Ruota Libera”, sarà presente Raffaella Brogi, un’importante figura legale e giudice della Corte di Cassazione. A 53 anni, Brogi si è fatta portavoce della lotta per i diritti delle persone single in Italia, in particolare per quelle che aspirano all’adozione internazionale. La sua storia è quella di una determinazione incrollabile contro un sistema normativo che sembrava ostacolarla.
Negli ultimi anni, Raffaella ha fatto i conti con una realtà che escludeva i single dall’adozione di minori stranieri. La sua lunga battaglia è culminata in un cambiamento significativo grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, pubblicata il 21 marzo 2025. Questa decisione ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 29-bis della legge 184/1983, una normativa che fino ad allora aveva escluso i single dall’adozione di bambini residenti all’estero.
Un cambio di paradigma nelle adozioni internazionali
La sentenza della Consulta segna una svolta importantissima nel riconoscimento dei diritti delle famiglie monoparentali. Secondo l’avvocato Romano Vaccarella, difensore di Brogi, questa decisione rappresenta un notevole passo avanti per la civiltà: “Finalmente, si riconosce che la capacità di diventare genitori non è legata alla condizione matrimoniale. È un diritto all’amore che era stato negato a molti.”
Ciononostante, la lotta di Raffaella non è stata facile. Nonostante una sentenza contraria della Consulta nel 2021, Brogi ha deciso di non arrendersi. Con determinazione e supporto dal tribunale per i Minorenni di Firenze, ha dimostrato di possedere tutti i requisiti necessari, senza condanne penali e con capacità psico-sociale accertata. “Non potevo accettare che il mio stato civile fosse un ostacolo a un bambino che aveva bisogno di una famiglia”, ha dichiarato a “Corriere della Sera”, sottolineando la sua missione.
Oltre a creare un precedente per le adozioni internazionali, la sentenza potrebbe influenzare anche le normative nazionali, notoriamente più restrittive. I dati del Ministero della Giustizia rivelano che più di 3.000 single in Italia hanno presentato richieste di adozione internazionale negli ultimi cinque anni, tutte respinte a causa del vecchio impianto normativo. La nuova sentenza, quindi, offre non solo una boccata d’ossigeno a queste persone, ma apre anche la prospettiva a cambiamenti più ampi.
Le associazioni per i diritti delle famiglie arcobaleno hanno accolto la decisione con entusiasmo, sottolineando l’importanza di questo traguardo per l’inclusività. Tuttavia, permangono molte sfide: ancora oggi, molti Paesi di origine dei minori richiedono certificati di idoneità rilasciabili solamente alle coppie sposate. Proprio per questo, il governo italiano dovrà avviare trattative riguardanti gli accordi internazionali sulle adozioni.
“Questa vittoria rappresenta solo un inizio e non un traguardo”, ha affermato Vaccarella, annunciando l’intenzione di proporre altri ricorsi per estendere il diritto all’adozione anche nelle pratiche nazionali. La sentenza non chiude un capitolo, ma ne apre uno nuovo, promettendo un futuro più inclusivo nel riconoscimento dei diritti civili.
Il futuro delle adozioni in Italia
La battaglia di Raffaella Brogi ha il potenziale per cambiare radicalmente la percezione delle famiglie monoparentali in Italia. L’iter che ha intrapreso può essere visto come una fonte d’ispirazione per molti altri, e la sua tenacia dimostra che il cambiamento è possibile. La sentenza della Corte Costituzionale potrebbe anche influenzare i futuri dibattiti legislativi, portando a una più profonda riflessione sulla genitorialità e i diritti delle famiglie.
Francesco Ratta, un esperto di diritto di famiglia, ha commentato: “Il riconoscimento della genitorialità al di fuori del matrimonio rappresenta un’allineamento con le esigenze della società moderna. Dobbiamo avanzare, affinché ogni desiderio di genitorialità possa trovare accoglienza nell’ordinamento giuridico.”
In sintesi, il caso di Raffaella Brogi non è solo una vittoria personale, ma un passo verso un cambiamento culturale e giuridico di grande portata. L’Italia si trova su un sentiero importante, ponendo in primo piano i diritti delle persone single e delle famiglie non convenzionali. La strada è ancora lunga, ma il cambiamento è in atto e molte vite potrebbero essere trasformate grazie a questo importante passo avanti.
Non perderti tutte le notizie di tv-e-spettacolo su Blog.it
