Salari bassi e precarietà al Sud: Svimez denuncia il rischio di povertà.
Povertà Lavorativa In Crescita in Italia
Secondo i dati riportati dallo Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, il tema della povertà lavorativa sta diventando sempre più critico. Maurizio Landini, leader della Cgil, sottolinea che avere un impiego non è sufficiente per garantire una vita dignitosa. Nel rapporto annuale pubblicato il 27 novembre, si evidenzia che in Italia ci sono 2,4 milioni di lavoratori poveri, di cui 1,2 milioni si trovano al Sud. Tra il 2023 e il 2024, il numero totale di lavoratori in difficoltà ha registrato un incremento di 120.000 unità, con 60.000 nuovi lavoratori poveri in aree meridionali.
Dal 2021 al 2025, i salari reali in Italia hanno visto una significativa perdita di potere d’acquisto. In particolare, nel Sud il calo è stato del 10,2%, mentre nel Centro-Nord si attesta all’8,2%. L’inflazione crescente e la stagnazione delle retribuzioni nominali contribuiscono ad amplificare le disuguaglianze.
Inoltre, nel 2024 la percentuale di famiglie povere nel Mezzogiorno è salita dal 10,2% al 10,5%. Le cause principali di questa situazione risiedono nei salari bassi, nei contratti temporanei e nel numero elevato di part-time involontari, che aumentano la vulnerabilità delle famiglie.
