Sintomi e test essenziali per riconoscere l’appendicite in modo rapido
Trattamento e opzioni chirurgiche
La terapia iniziale prevede l’uso di antibiotici per controllare l’infezione. Se l’infiammazione è persistente o si teme una diffusione dell’infezione, è indicato l’intervento chirurgico, detto appendicectomia, ovvero la rimozione dell’appendice.
Le tecniche chirurgiche più comuni sono:
- Appendicectomia aperta: attraverso un’incisione singola e più grande nell’addome;
- Appendicectomia laparoscopica: con più piccole incisioni e l’utilizzo di una telecamera e strumenti chirurgici specializzati. Questa tecnica è meno invasiva e favorisce una ripresa più rapida.
Il medico indica l’intervento soprattutto in presenza di dolore intenso, segni di infezione in espansione o rischio di perforazione dell’appendice, che potrebbero causare peritonite, una condizione grave e potenzialmente letale.
Rischi e complicazioni post-operatorie
Come ogni operazione, anche l’appendicectomia può comportare rischi quali:
- Sanguinamento interno;
- Infezione della ferita chirurgica;
- Ascesso addominale;
- Lesioni intestinali;
- Formazione di fistole;
- Ernia da incisione;
- Appendicite residua (stump appendicitis) se rimane parte dell’appendice;
- Ostruzione intestinale causata da aderenze cicatriziali.
Dopo l’intervento è importante evitare attività fisiche intense per almeno 4-6 settimane, al fine di favorire la guarigione e ridurre il rischio di complicazioni.
