Sostituzione valvola cardiaca: dati e percentuali di sopravvivenza dopo l’intervento

Il tasso di sopravvivenza dopo un intervento di sostituzione della valvola cardiaca varia in base...

La sostituzione della valvola cardiaca può essere eseguita con due approcci principali:

  • Chirurgia a cuore aperto: metodo tradizionale che prevede un’ampia incisione sul torace. Il cuore viene temporaneamente fermato per consentire al chirurgo di rimuovere la valvola malata e sostituirla.
  • Chirurgia mini-invasiva: tecniche più recenti con incisioni più piccole che riducono il trauma e accelerano il recupero post-operatorio.

Le valvole sostitutive possono essere di diversi tipi:

  • Valvola meccanica: realizzata in materiali sintetici come il carbonio. È molto duratura e spesso dura tutta la vita, ma richiede una terapia anticoagulante continua.
  • Valvola biologica (tessuti animali): derivata da valvole di animali (bovini, suini). Queste valvole durano generalmente 10-20 anni e non richiedono anticoagulanti a lungo termine.
  • Valvola donatrice (allograft): valvola umana prelevata da donatore, con durata simile alle valvole biologiche, indicata in specifiche situazioni cliniche.

La scelta della valvola dipende dall’età del paziente, dalla sua condizione clinica e dalle preferenze personali. Il team medico discute attentamente i pro e i contro di ogni opzione.

È importante considerare che la sostituzione valvolare è un intervento complesso con rischi associati, inclusi:

  • Complicazioni emorragiche
  • Infezioni
  • Rischio di trombosi e embolia
  • Disfunzione della valvola protesica
  • Complicanze cardiache o neurologiche

Il follow-up post-operatorio è fondamentale per monitorare la funzionalità della nuova valvola e lo stato generale del paziente.

Fonti autorevoli italiane e internazionali di riferimento


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