Studente messicano inventa il reggiseno rileva-tumore

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Julian Rios Cantu, 18 anni appena, ha inventato un reggiseno che monitora lo sviluppo del cancro al seno. Julian è lo studente vincitore del Global Student Entrepreneur Awards tutto grazie a sua madre. Che ha lottato (e purtroppo perso) contro un tumore al seno e la mastectomia.

Da qui l’idea che potrebbe cambiare la vita di tante altre vittime del cancro. E di tanti bambini che come lui hanno vissuto in età infantile il dramma di perdere una mamma.

In cosa consiste l’invenzione

La sua invenzione è un reggiseno che monitora lo sviluppo del cancro al seno. In sostanza, indossandolo le donne possono capire se hanno o meno un cambiamento corporeo in atto grazie alla misurazione della temperatura segnalata dai bio-sensori di cui è dotato il reggiseno, e intervenire così in maniera precoce sulla diagnosi.

Il mutamento cellulare sprigiona infatti un’energia misurabile in calore ed Eva, questo il nome del reggiseno, è dotato di duecento sensori che monitorano temperatura, forma e peso del seno.
Dal reggiseno poi, allo smartphone, il passo è breve: con un’app che conserva e archivia i dati, collegata ai sensori, è facile poi leggere i valori ed essere sempre informati sul proprio corpo. La stessa applicazione avverte la donna con una notifica , di procedere a un controllo ulteriore e più approfondito.

Come funziona

Si tratta di un vero e proprio strumento diagnostico, dunque sono sufficienti dai 60 ai 90 minuti alla settimana per monitorare il proprio seno e le sue modificazioni. Julian pensato anche di rendere più agibile l’accesso a questa invenzione fondamentale per la prevenzione, fondando la Higia Tecnhologies: che ha ricevuto il Global Student Entrepreneur Awards (Gsea) conferito a Francoforte, in Germania, il 29 aprile scorso. Ossia, 20 mila dollari per il progetto Eva da investire per portare embrionale.

I passi successivi

Eva deve essere ancora testata e l’ordine dei medici dovrà approvarla come strumento di prevenzione del cancro al seno. Ma le numerose prove effettuate sembrano effettivamente funzionare. Il progetto del 18enne necessita ancora di fondi per completare le sperimentazioni. Ed iniziare in caso di successo la produzione di questo reggiseno. Il ragazzo ha spiegato con poche semplici parole lo spirito che ha pervaso la sua idea: “Non voglio assolutamente che altre persone vivano quello che ho passato io con mia madre”…

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