Una canzone di Natale che non parla di Natale: Esma disegna “Un cerchio infinito”
Durante il periodo natalizio, le assenze diventano presenze più tangibili. Non cambiano forma: siamo noi, più sensibili in quei giorni, a percepirle con maggiore chiarezza. Basta un’ombra che si allunga, un oggetto fuori posto, un gesto che riapre la porta ai ricordi. In questo spazio sospeso, dove il tempo sembra accelerare e fermarsi insieme, prende vita “Un cerchio infinito”, il nuovo singolo di Esma, pubblicato a Natale per Watt Musik.
Torinese di origine, Esma oggi vive sulle colline astigiane, diviso tra musica e agricoltura. La sua vita è scandita dai cicli della natura e da quelli interiori: osserva le stagioni, la pazienza richiesta dalla terra, le attese che non possiamo forzare. Anche nella scrittura, la stessa lentezza permea ogni parola. E così, quando parla di storie che nulla hanno a che fare con la campagna, il suo linguaggio porta con sé il ritmo silenzioso della vita rurale, più autentico e sincero del frenetico battito urbano.
“Un cerchio infinito” nasce da questo immaginario, ma lo traduce in chiave contemporanea. Non c’è nostalgia retorica né la promessa di guarire dal dolore del ricordo: c’è invece la consapevolezza che certi legami non si esauriscono, nemmeno a distanza. La canzone si apre con l’immagine di un otto rovesciato, simbolo dell’infinito, di un sentimento che continua a muoversi dentro di noi, conservato in un ricordo “assopito nel sale”, metafora del tempo sedimentato sulle cose. Da qui si susseguono visioni brevi ma incisive: una discoteca, un sorriso, l’estate che sorprende con la grandine, l’inverno che custodisce un mare segreto dentro uno scialle.
Il dream pop accompagna il brano come una luce soffusa. La musica avvicina e allontana, come se osservarsi fosse un atto sospeso tra presenza e assenza, vita e memoria. La frase che attraversa la canzone — «I’m still waiting for you» — non è un ritornello ripetitivo, ma il punto in cui passato e presente si incontrano, dove ciò che è stato continua a richiamare attenzione.
La scelta di pubblicare il brano a Natale non è strategica: le feste sono il momento in cui il tempo diventa poroso, i ricordi più vivi, e le assenze pesano ancora di più. È in questa sospensione che la canzone trova il suo vero significato: una canzone natalizia che non parla di festa, ma del ritorno silenzioso di ciò che conta davvero.
Il pezzo riflette anche l’esperienza quotidiana di Esma. Chi lavora la terra sa che nulla si chiude completamente: ogni ciclo lascia tracce, ogni semina dialoga con ciò che è stato, e ogni inverno prepara un passaggio invisibile. La sua musica trasforma la morte da evento improvviso a presenza che cambia forma, che ritorna, che orbita attorno a chi rimane.
Un elemento fondamentale di “Un cerchio infinito” è il punto di osservazione da cui nasce: Esma scrive lontano dalla città, immerso nel bosco, lontano da notifiche e fretta. La vita agricola filtra la sua musica, trasformando l’assenza in un tempo attivo, in un movimento che continua anche quando non lo percepiamo. Ciò che sembra concluso può riemergere, proprio come la terra dopo l’inverno: niente resta fermo, tutto si trasforma.
Come ha raccontato lo stesso artista: «Ho scritto questa canzone cercando di capire cosa resta davvero di ciò che abbiamo vissuto. Alcune presenze non spariscono mai: si allontanano, si affievoliscono, ma poi ritornano. “Un cerchio infinito” racconta questo ritorno silenzioso, che arriva quando tutto intorno è più immobile e noi più esposti.»
Accompagnato dal videoclip diretto da Ronf Animation, il singolo esplora uno spazio raro nella musica italiana: non descrive le emozioni, ma mostra come queste attraversino il tempo. Il brano dona nuova densità alla parola “attesa” e conferma la direzione artistica di Esma: trasformare la vita intorno e dentro la terra in un linguaggio capace di parlare a tutti, anche a chi quella terra non l’ha mai toccata.
