Uscito “Piano Stories”, il nuovo album di Giambattista Fedrici
“Piano Stories” è composto da quattordici brani, ciascuno concepito come un capitolo autonomo, ma al contempo fondamentale per garantire un insieme. I temi trattati — distanza, rinascita, delicatezze della vita interiore, resilienza — si esprimono attraverso una scrittura compositiva minimalista, attenta alla forma e al singolo dettaglio. Il pianoforte è il fulcro dell’intero lavoro, ma non per questo non c’è spazio per l’elettronica.
“Piano Stories” non è la classica raccolta di brani: è un vero e proprio percorso longitudinale che accoglie l’ascoltatore e lo invita a procedere senza interruzioni e si discosta dalle consuetudini discografiche attuali in cui l’unità viene sacrificata per dare spazio ai singoli episodi.
I titoli dei brani scelti da Fedrici — da “Disincanto” a “Due fidanzati degli anni ’60”, da “Fallimenti e cicatrici” a “Un’altra lunga notte”, fino a “Verso casa” — non richiedono una lettura definita, ma aprono possibilità. Sono indizi, frammenti di ricordi, immagini che guidano senza imporre una direzione obbligata. Vi è qui un forte richiamo alla grande tradizione europea del pianismo introspettivo, creando così un connubio perfetto tra passato e presente.
