Hikikomori: Fiducia perduta, giovani isolati. Un ponte da ricostruire.
Hikikomori e la Sfida Educativa: Come la Scuola Può Aiutare i Giovani a Ritrovare la Strada
Il fenomeno degli Hikikomori, giovani che scelgono l’isolamento volontario rinchiudendosi in casa per evitare il contatto con il mondo esterno, sta assumendo proporzioni sempre più significative. La Regione Piemonte, consapevole della gravità della situazione, ha persino ritenuto necessario legiferare in merito. Recenti interviste, come quella rilasciata dallo psicologo Marco Crepaldi a Walter Veltroni, stimano in almeno 200.000 i casi di Hikikomori in Italia. Questi numeri, purtroppo in crescita, ci impongono una riflessione profonda sul ruolo della scuola e della società nel supportare i nostri giovani.
Da persona che ha dedicato gran parte della propria vita al mondo della scuola, osservo quotidianamente gli studenti che escono dalle aule. Nei loro occhi leggo una stanchezza palpabile, ma anche un desiderio intenso di connessione. Spesso, però, questa connessione non si realizza con i compagni di classe, ma si ricerca altrove, nel mondo virtuale. Il mondo esterno è in continua evoluzione, corre velocissimo, mentre la scuola, a volte, sembra ancorata a modelli obsoleti, focalizzata principalmente sulla trasmissione di nozioni. Ma cosa accade quando queste nozioni diventano rapidamente obsolete, superate da un semplice click? Il vero obiettivo dell’educazione, a mio avviso, non è più fornire tutte le risposte, bensì fornire gli strumenti per orientarsi, una sorta di “bussola” per navigare in un mondo complesso e in continuo cambiamento. Dobbiamo formare navigatori attivi, capaci di pensare criticamente e di adattarsi alle nuove sfide, non semplici passeggeri che si lasciano trasportare dagli eventi.
La Rivoluzione Umana: Riscoprire il Valore della Comunità Scolastica
Credo fermamente che la vera rivoluzione di cui abbiamo bisogno non sia tanto tecnologica, quanto umana. Per troppo tempo abbiamo enfatizzato l’apprendimento individuale, l’eccellenza a tutti i costi, la competizione sfrenata. E se provassimo a cambiare radicalmente prospettiva? Se la scuola tornasse ad essere una vera e propria comunità, un luogo di collaborazione e di sostegno reciproco, un po’ come una squadra sportiva dove tutti si impegnano per raggiungere lo stesso obiettivo? Un ambiente dove non ci siano solo banchi e lavagne, ma un solido patto di fiducia tra studenti e insegnanti.
