Impagnatiello vende beni per apparire nullatenente, la sorella di Giulia: “siete feccia”.
La famiglia di Alessandro Impagnatiello condannata per la vendita sospetta della sua auto. La sorella di Giulia Tramontano: “veri criminali”.
Il Tribunale civile di Milano ha recentemente preso una decisione su una questione che ha destato grande scalpore e indignazione nel pubblico. Alessandro Impagnatiello, giunto alla condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano e del bambino che portava in grembo, ha cercato di apparire nullatenente. La manovra dei familiari per evitare il risarcimento alla famiglia della vittima ha messo ulteriormente in luce la gravità dell’intera situazione.
Un’auto al centro di un contenzioso legale
Il fulcro della questione è rappresentato dalla Volkswagen T-Roc, utilizzata da Impagnatiello per trasportare il corpo di Giulia per tre giorni dopo l’omicidio. Questo veicolo, apparso in molte cronache e accertamenti, non fu immediatamente sequestrato. Solo nel 2024, all’apertura del processo, si emerse un errore sistemico: i familiari di Giulia scoprirono che l’auto era stata venduta a Laura C., 36 anni, cognata di Impagnatiello. Nelle indagini si sono rivelate pratiche ambigue, e i giudici hanno ora confermato che la vendita era un atto simulato, mirato a evitare che l’auto fosse pignorata e quindi utilizzata come strumento di risarcimento.
