Tragedia in Nepal: il cambiamento climatico causa la morte di alpinisti.

Tragedia in Nepal: il cambiamento climatico causa la morte di alpinisti.

Tragedia in Nepal: il cambiamento climatico causa la morte di alpinisti.

“A quelle altitudini, la sfida diventa estremamente complessa, anche per un alpinista esperto, che magari ha già affrontato un ottomila”. Queste le parole di Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico italiano, dopo l’incidente che ha coinvolto diversi alpinisti italiani in Nepal. “Non si ha il controllo sul meteo; l’unico rimedio è informarsi adeguatamente in tempo. Credo che alpinisti esperti avessero accesso a bollettini meteo aggiornati ogni due ore”, aggiunge Dellantonio.

Evento Eccezionale in Alto

Gli alpinisti italiani, “così come altri, sono stati colti alla sprovvista da un evento meteo eccezionale e fuori stagione. Di solito, questo è un periodo relativamente favorevole”. È importante notare che la portata degli eventi meteorologici in quelle latitudini è ben diversa rispetto a quella a cui siamo abituati. “Sulla neve fresca, non è facile scendere dal campo base a valle, anche per chi si trova in un’area considerata sicura”, spiega Dellantonio, prevedendo che “il peggio deve ancora arrivare”.

La situazione è monitorata anche da Adriano Favre, esperto alpinista con 50 anni di carriera, attualmente a Kathmandu per accompagnare un gruppo di escursionisti. Nonostante il meteo incerto, ha deciso di riportare tutti nella capitale nepalese, seguendo gli sviluppi di un’emergenza che sta mettendo alla prova il sistema di soccorso. “Il sistema è privato e gli interventi sono a pagamento”, aggiunge, sottolineando il ruolo cruciale degli sherpa, molti dei quali sono equipaggiati con elicotteri moderni e piloti esperti “simili al nostro Simone Moro”.


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