Austria, divieto assoluto di indossare burqa e niqab: ora è legge

Austria, divieto assoluto di indossare burqa e niqab: ora è legge

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In Austria è divieto assoluto di indossare il burqa e il niqab. Da ieri è entrata in vigore la cosiddetta “legge contro la copertura del volto”, che proibisce indumenti che coprano interamente il volto.

Vietato coprire il volto anche con burqa, niqab ma anche maschere o trucco

Il Parlamento austriaco l’8 giugno scorso, il testo della legge mette al bando tutti gli indumenti, tra cui maschere da sci fuori dalle piste o caschi di motociclisti, che rendono non identificabile il viso delle persone. Le sanzioni per eventuali violazioni ammontano fino a 150 euro e la polizia è autorizzata ad utilizzare la forza se una persona rifiuta di mostrare il proprio volto.

“Burqa ban” Nonostante non sia un divieto esclusivamente rivolto al velo islamico, la normativa viene ugualmente definita da tutti gli austriaci come «Burqa Ban». In Austria, solo una piccola percentuale di donne musulmane si coprono il viso, ma sono diventate bersaglio di gruppi e partiti di estrema destra.

Limitazioni anche al trucco degli artisti di strada. Da ieri in Austria è entrata in vigore la discussa norma, conosciuta come “burqa ban”, che proibisce di coprire il volto rendendolo irriconoscibile.

Nonostante le autorità austriache abbiano più volte precisato che non si tratta di una legge anti-islamica e preferiscono definire la norma “AGesVG” acronimo di “Legge contro la copertura del volto”, il primo caso ha riguardato proprio una donna che indossava il niqab, il velo islamico che lascia scoperti solo gli occhi.

Non è una misura anti-musulmana

Per non farla apparire come una misura discriminatoria e anti-musulmana, il testo della legge non parla esplicitamente delle coperture integrali come il burqa o il niqab indossate dalle comunità islamiche più ortodosse, ma mette al bando tutti gli indumenti, le maschere o gli interventi cosmetici che coprono completamente il viso delle persone rendendoli di fatto non più identificabili.

Alle proteste della sinistra, delle comunità islamiche, delle associazioni umanitarie e di molti Paesi arabi i cui cittadini più abbienti avevano letteralmente invaso negli anni scorsi le località turistiche alpine per le loro vacanze, si sono aggiunte nei giorni scorse le azioni di disubbidienza civile di molti creativi e di quella parte della società civile austriaca ancora tollerante. In centinaia sono scesi in piazza coprendosi il viso con costumi carnevaleschi, sciarpe di lana, cesti di vimini, o indossando anche negli eleganti caffè di Vienna un casco da motociclista.

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