Brigitte Bardot: da icona di fama a paladina della causa animalista per tutta la vita.
Oltre alla caccia alle foche, ha opposto resistenza anche alla cattura delle balene, criticando i programmi giapponesi e norvegesi, le trappole per pellicce e l’allevamento di animali per il mercato della pelliccia. Ha inoltre denunciato la corrida come un atto di uccisione ritualizzata degli animali per intrattenimento. Questi atteggiamenti le hanno guadagnato nemici nella politica e accuse di arroganza culturale, ma Bardot non ha mai ammorbidito la sua posizione. Durante le interviste, sosteneva spesso che la tradizione non giustificava la crudeltà, affermando che gli animali selvatici soffrivano di più perché venivano perseguitati senza alcun rispetto né rappresentanza.
Nel 1986, ha formalizzato le sue attività creando la Fondation Brigitte Bardot, che si occupa esplicitamente della protezione di animali domestici e della fauna selvatica. La fondazione finanzia sforzi contro il bracconaggio, centri di soccorso e riabilitazione per animali selvatici e azioni legali contro il traffico illegale. Inoltre, l’organizzazione ha fatto attività di lobbying presso governi e organismi internazionali, inclusi l’Unione Europea, per migliorarne le normative sulla caccia e il commercio di fauna selvatica. Tali operazioni hanno continuato anche quando Bardot stessa si è ritirata dalle apparizioni pubbliche, suggerendo un impegno istituzionale piuttosto che una campagna personale.
