ChatGPT non ha imposto divieti su consigli legali e sanitari. Scopri di più.
Queste normative si allineano con la precedente politica d’uso di ChatGPT, che affermava che gli utenti non dovrebbero effettuare attività che “possono compromettere significativamente la sicurezza, il benessere o i diritti altrui”, comprese “fornire consigli legali, medici o finanziari su misura senza la revisione di un professionista qualificato e senza la divulgazione dell’uso dell’assistenza AI e delle sue potenziali limitazioni”.
OpenAI aveva precedentemente tre politiche separate, compresa una “universale”, oltre a quelle specifiche per l’uso di ChatGPT e per l’API. Adesso, con il nuovo aggiornamento, l’azienda ha pubblicato un elenco unico di regole, il quale, secondo il changelog, “riflette un insieme universale di politiche attraverso i prodotti e i servizi di OpenAI”, mantenendo comunque le stesse direttive preesistenti.
È importante notare che ChatGPT è progettato per essere uno strumento informativo e non un consulente professionale. Singhal ha chiarito che l’intento del chatbot è di offrire chiarimenti e informazioni utili, lasciando la responsabilità finale della decisione a professionisti qualificati. L’uso di ChatGPT può comunque rivelarsi vantaggioso per gli utenti che desiderano raccogliere informazioni preliminari o generali su tematiche legali e sanitarie.
