Corte di Giustizia decide sulla prescrizione dei contributi previdenziali: ecco le novità.
Nonostante l’affermato orientamento della Corte di Cassazione, secondo cui non esiste un’azione legale dell’assicurato per forzare l’ente previdenziale alla regolarizzazione della posizione contributiva, il Tribunale di Napoli, guidato dal Giudice Paolo Coppola, ha sollevato dubbi sulla compatibilità di questo meccanismo con i principi dell’Unione Europea. Il Tribunale evidenzia il rischio di una protezione inadeguata per i diritti dei lavoratori di ottenere un corretto versamento dei contributi, essenziali per garantire future pensioni che rappresentano una forma di retribuzione differita.
Le Preoccupazioni del Tribunale di Napoli
Il Tribunale partenopeo sostiene che la prescrizione dei contributi non sia un processo eventuale ma certo, con un termine che decorre anche durante il rapporto di lavoro. A differenza dei crediti retributivi, che godono di protezione, i lavoratori non possono interrompere il termine di prescrizione dei contributi e possono agire in giudizio solo convenendo in causa sia il datore di lavoro che l’INPS.
In scenari in cui l’INPS non si costituisca in giudizio o non reclamasse attivamente il pagamento dei contributi, il lavoratore potrebbe trovarsi nella frustante situazione di vedere prescritti i propri diritti, anche avendo avuto la capacità di agire mentre era ancora in forza presso il datore di lavoro. Ciò implica che il lavoratore potrebbe trovarsi senza strumenti adeguati per difendere i propri interessi contributivi.
