CPF, colosso agroalimentare thailandese, fa causa ad attivista per legami con focolaio di pesci invasivi.
Le accuse contro Witoon Lianchamroon e le implicazioni legali
Durante un incontro pubblico tenutosi nel luglio 2024, Lianchamroon ha affermato che l’epidemia di tilapia nero era correlata a un impianto di acquacoltura gestito da CPF nella provincia di Samut Songkhram. Ha esortato l’azienda a prendersi le proprie responsabilità riguardo ai danni economici per gli agricoltori e ai gravi danni ecologici causati dalla presenza dell’invasivo pesce. La causa intentata da CPF sostiene che le dichiarazioni fatte da Lianchamroon abbiano danneggiato l’immagine dell’azienda e provocato una significativa perdita di fatturato.
La disputa legale ha attirato l’attenzione dei media e delle organizzazioni per i diritti umani, attivando un dibattito su come le grandi aziende possano utilizzare il sistema legale per silenziare critiche e preoccupazioni legittime. La richiesta di CPF ammonta a 200 milioni di baht (circa 6,17 milioni di dollari) per danni da diffamazione, un importo che solleva interrogativi sulla vera motivazione alla base della causa.
