È morto William Bond, ricercatore delle praterie che ha enfatizzato l’importanza del contesto nella conservazione.
H2>Il lascito di William Bond nella scienza e oltre
Bond è stato professore emerito all’Università di Città del Capo e ha ricoperto il ruolo di scienziato capo della Rete di Osservazione Ambientale del Sud Africa. Ha pubblicato centinaia di articoli scientifici e ha contribuito a formare una generazione di ecologi. Tuttavia, la sua influenza più duratura potrebbe risiedere al di fuori del mondo accademico, costringendo politici e conservazionisti a esaminare con maggiore attenzione i paesaggi che cercavano di “aggiustare”.
Rifiutava l’idea che amare la natura significasse amare gli alberi ovunque. Alcuni dei luoghi più diversi del pianeta, com’è noto, sono aperti, ventosi, secchi e infiammabili. Questi ecosistemi non appaiono rigogliosi dall’alto, ma ricompensano l’attenzione a livello del suolo.
Il lavoro di Bond trasmette una lezione scomoda per un’epoca di urgenza climatica: che la velocità non è un sostituto della comprensione e che le buone intenzioni, se applicate senza attenzione, possono cancellare mondi antichi tanto quanto l’indifferenza.
Fonti:
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