Energia elettrica non un bene indispensabile: deciso dalla Cassazione

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Fa discutere una sentenza della la Cassazione che ha definito “ricorso pretestuoso” quello di una signora di quarantacinque anni di Francavalla Fontana, in provincia di Lecce, che aveva chiesto comprensione per essersi allacciata abusivamente all’energia elettrica a causa delle sue condizioni economiche.

Condannata a pagare anche una multa

La donna, ha giustificato il furto in quanto sfrattata, senza lavoro e con una figlia incinta.  La Cassazione l’ha però condannata per furto di energia elettrica e al pagamento di duemila euro di multa per la pretestuosità dei suoi commenti, avendo ritenuto il suo allaccio abusivo uno stato di necessità.

La Cassazione, che ha definito l’energia elettrica “non un bene indispensabile alla vita”. L’energia elettrica, dunque, apporterebbe agi e oppurtunità ma non averla non metterebbe a rischio l’esistenza. È stata così confermata la decisione emessa dalla Corte di appello di Lecce il 28 settembre 2016 contro la donna.

Nel caso affrontato dalla Cassazione – spiega la sentenza 39884 depositata oggi – “la mancanza di energia elettrica non comportava nessun pericolo attuale di danno grave alla persona, trattandosi di bene non indispensabile alla vita, nel senso sopra specificato (infatti, l’energia elettrica veniva utilizzata anche per muovere i numerosi elettrodomestici della casa): semmai idoneo a procurare agi e opportunità, che fuoriescono dal concetto di incoercibile necessità”, condizione che la legge richiede per non emettere condanna.

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