Gaza: studenti e insegnanti uniti per la libertà palestinese – Guarda il video!
Il 22 settembre si è svolta a Roma una manifestazione significativa, indetta da vari sindacati di base, per protestare contro le vittime civili a Gaza, soprattutto i bambini. La giornata di sciopero generale ha visto la partecipazione di insegnanti, studenti e famiglie, uniti nel richiedere un intervento deciso del governo italiano. Tra le voci che si sono fatte sentire, quella di una maestra ha colpito per la sua determinazione: “Il governo non si sta muovendo. Le azioni devono partire dal basso, dalle famiglie, dalle maestre, dai bambini e dalle bambine,” ha dichiarato. “Se non sarà così, ci fermeremo e incroceremo le braccia. Alla fine, saranno costretti a farlo.”
Sono emerse anche riflessioni da parte di Claudia, del movimento “Non una di meno”: “La vera domanda è: perché non essere in piazza? Dobbiamo scioperare e mobilitarci ogni giorno. Questo regime genocidario deve finire,” ha sottolineato, richiamando l’attenzione sull’importanza della mobilitazione continua per fermare l’arroganza dei potenti. Un giovane studente di Scienze Politiche, Amir Hajdini, ha commentato la gravità della situazione, affermando: “Quando muore qualcuno in modo ingiustificato, è fondamentale scendere in piazza.”
La Voce delle Maestre
Tra i protagonisti della manifestazione c’era la maestra Valeria Coppa, che ha portato un messaggio chiaro: “Le maestre sanno da che parte stare.” Questo slogan rappresenta la volontà delle insegnanti di non restare indifferenti di fronte a situazioni drammatiche come quella di Gaza. Valeria ha esemplificato come le maestre siano pronte a fermare le lezioni per dare un segnale forte: “Non è sufficiente dire ‘viva la pace’. È necessario agire per fermare il genocidio.”
La manifestazione ha anche l’obiettivo di inviare un chiaro messaggio al governo italiano per fermare la vendita di armi a Israele. “Il governo non si sta muovendo, quindi le azioni devono partire dal basso,” ha detto Valeria, evidenziando il ruolo cruciale delle famiglie, bambini e maestre. “Se non si faranno sentire, saremo noi a fermarci – e alla fine, saranno costretti a prestare attenzione.”
