Hikikomori: L’isolamento giovanile svelato. Intervista esclusiva a Marco Crepaldi.

Hikikomori: L’isolamento giovanile svelato. Intervista esclusiva a Marco Crepaldi.

Il Ruolo Cruciale della Scuola

L’intervista sottolinea l’importanza del ruolo della scuola nell’individuazione e nella gestione del problema. Nella prima fase, la difficoltà di comunicazione con gli adolescenti può rendere difficile per la scuola e per i genitori comprendere appieno la situazione. Nella seconda fase, quando l’abbandono scolastico è conclamato, è fondamentale evitare errori comuni come la sospensione dell’accesso a internet o le pressioni per il rientro a scuola.

Invece, è necessario valutare un piano didattico personalizzato, che tenga conto delle difficoltà del ragazzo e lo aiuti a trovare una propria dimensione all’interno dell’ambiente scolastico. Questo piano dovrebbe considerare possibili episodi di bullismo, pressioni per i voti e altre fonti di stress che possono contribuire al ritiro sociale.

Genere e Hikikomori: Una Differenza Significativa

L’intervista evidenzia una prevalenza del fenomeno Hikikomori tra i ragazzi. Crepaldi afferma che, su dieci genitori che contattano l’associazione, otto hanno figli maschi. I casi più cronici e resistenti al miglioramento sembrano essere più frequenti tra i maschi. D’altra parte, l’isolamento moderato, che precede l’abbandono scolastico, sembra essere più trasversale tra ragazze e ragazzi.

L’Influenza dei Social Media e degli Smartphone

L’intervista affronta il tema dell’impatto dei social media e degli smartphone sull’ansia sociale e sul ritiro sociale. Crepaldi concorda con gli studi che evidenziano una correlazione tra l’uso eccessivo di questi strumenti e l’aumento dell’ansia sociale.

“Gli studi sono concordi nel certificare l’impatto sull’ansia sociale di questi strumenti e sicuramente l’ansia sociale innesta un circolo vizioso. Un po’ come l’hikikomori. Cioè più tu scappi, più alimenti la paura, più la paura ti schiaccia”.

Crepaldi suggerisce di graduare l’accesso ai dispositivi digitali e di promuovere l’educazione digitale. Propone una regolamentazione a monte da parte di chi progetta e regola questi strumenti, che sono ormai considerati disfunzionali per la crescita dei giovani dalla letteratura scientifica.

Le Cause Profonde dell’Hikikomori

L’intervista esplora le cause complesse e multifattoriali del fenomeno Hikikomori. Tra queste, spiccano le forti pressioni sociali per il successo e la realizzazione personale.

“La società sta accelerando la sua velocità e chiede risultati di successo presto, troppo presto. I social hanno aumentato il confronto sociale con altre persone alimentando la paura di non essere all’altezza, di rimanere fuori”.

Altre cause includono la crisi della speranza, la mancanza di prospettive future e un contesto di benessere complessivo che paradossalmente rende possibile il ritiro sociale.

Segnali d’Allarme: Come Riconoscere il Problema

L’intervista sottolinea la difficoltà di individuare i segnali precoci del ritiro sociale, che possono essere facilmente confusi con i normali comportamenti adolescenziali. Tuttavia, alcuni segnali d’allarme includono:

  • Chiusura emotiva nei confronti dei genitori.
  • Difficoltà a comunicare le proprie emozioni.
  • Insofferenza scolastica.

Crepaldi suggerisce che l’insofferenza scolastica è un segnale particolarmente importante che dovrebbe attivare il consiglio di classe per valutare l’adozione di un piano didattico personalizzato, prima che si arrivi al rifiuto totale della scuola.

“Il disagio può essere riconosciuto più dagli insegnanti che dai genitori perché il ragazzo a rischio hikikomori è quello che non si alza al cambio dell’ora, che all’intervallo non parla con nessuno, che nell’interrogazione orale suda e manifesta ansia”.

Consigli Utili per Genitori e Insegnanti

L’intervista si conclude con importanti consigli per genitori e insegnanti.

Agli insegnanti, Crepaldi raccomanda di formarsi e studiare il problema, e di essere più flessibili.

“Questo disagio non è un capriccio, è un problema serio. Non accettiamo mai che la scuola diventi un centro di sopravvivenza. Un luogo in cui chi riesce a farcela diventerà forte e chi non ce la fa verrà espulso dal sistema”.

Crepaldi suggerisce di evitare la bocciatura come strumento per stimolare i ragazzi in difficoltà, poiché in molti casi può accelerare il processo di isolamento. Critica inoltre la tendenza di alcune scuole a scaricare il problema sulle famiglie, suggerendo il ritiro del ragazzo e l’iscrizione a scuole private.


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