Il lato oscuro del web: metà degli italiani vittime di odio e revenge porn

Il rapporto AGCOM mette in luce le preoccupazioni degli italiani riguardo a contenuti di odio e disinformazione online, con oltre l’80% della popolazione esprimendo timori. Nonostante ciò, il 44,1% non cerca supporto per un uso critico dei media, con i minorenni più propensi a chiedere aiuto. La sensibilità delle famiglie verso l’accesso ai media da parte dei ragazzi è in aumento, ma molti genitori adottano strategie diverse basate su età e istruzione. L’alfabetizzazione algoritmica risulta scarsa: il 64,6% ha un livello nullo o scarso, e una significativa fetta della popolazione non verifica le fonti di contenuti rischiosi.
Preoccupazioni e bisogni di alfabetizzazione mediatica in Italia
ROMA (ITALPRESS) – Più della metà della popolazione italiana ha incontrato online contenuti di odio, disinformazione e revenge porn, mentre oltre l’80% degli italiani manifesta preoccupazione al riguardo. Nonostante ciò, il 44,1% degli intervistati non ha sentito la necessità di chiedere aiuto per un utilizzo più critico dei media. La ricerca mostra che la volontà di cercare sostegno è più elevata tra i minorenni: oltre la metà si rivolge alla famiglia, circa un terzo agli insegnanti, e il 30% agli amici e compagni di scuola. Questi sono alcuni dei risultati più significativi del rapporto AGCOM presentato oggi.
Il rapporto evidenzia i principali fabbisogni digitali della popolazione, basandosi su un questionario somministrato a oltre 7 mila individui a partire dai sei anni. Sebbene il 90% degli italiani utilizzi Internet quotidianamente, più di un terzo della popolazione over 14 non ha alcuna alfabetizzazione algoritmica. Solo il 7% raggiunge un livello ottimale, mentre il 66% possiede smart TV e computer portatili. L’80% continua a fruire dei media durante i pasti, principalmente guardando la televisione. Tra i giovani sotto i 35 anni, l’uso dei social media e delle piattaforme di video è molto diffuso.
Le famiglie mostrano crescente attenzione riguardo all’accesso dei minori ai media, con otto genitori su dieci che impongono qualche forma di regola. L’adozione di strategie di monitoraggio varia in base all’età e al livello d’istruzione: i genitori più istruiti e sopra i 45 anni tendono a utilizzare sistemi di monitoraggio, mentre i più giovani favoriscono restrizioni. Nonostante la preoccupazione diffusa per contenuti rischiosi, i minorenni si mostrano meno allarmati rispetto alla media della popolazione, con il 75% che ha esperienza di contenuti problematici.
Infine, oltre l’80% degli italiani agisce contro contenuti ritenuti rischiosi, evitando le fonti che li ospitano. Solo un terzo verifica l’affidabilità delle informazioni. La mancanza di conoscenza sul funzionamento degli algoritmi di raccomandazione è evidente, con il 41% della popolazione che ne ignora l’importanza. Sebbene il 48% conosca la possibilità di personalizzare la fruizione dei contenuti online, solo un buon numero utilizza strumenti di curation editoriale.
La Sensibilità Italiana ai Contenuti Digitali: Un’Analisi dei Fabbisogni e delle Preoccupazioni
A Roma, l’indagine condotta da AGCOM rivela che oltre la metà della popolazione italiana ha avuto a che fare con contenuti problematici come odio e disinformazione. Nonostante ciò, più di 8 italiani su 10 manifestano timori sul tema, eppure il 44,1% non sente l’urgenza di cercare supporto per un uso consapevole dei media. I minorenni, in particolare, mostrano una maggiore propensione a chiedere aiuto: oltre la metà si rivolge ai familiari, circa un terzo agli insegnanti, mentre il 30% agli amici e compagni di scuola.
Il rapporto raccoglie i principali bisogni digitali della popolazione, nato da un sondaggio effettuato su un campione di oltre 7 mila persone. Sebbene il 90% degli italiani utilizzi Internet quotidianamente, oltre un terzo delle persone maggiorenni manca di alfabetizzazione algoritmica, un dato preoccupante considerando che tra gli anziani questo numero sale a sei su dieci. Inoltre, solo il 7% della popolazione raggiunge livelli ottimali di questa competenza. Per quanto riguarda l’accesso ai media, l’80% continua a farlo durante i pasti, prevalentemente tramite la televisione.
Le famiglie sono sempre più attenti alla gestione dell’accesso ai media da parte dei minori, con l’80% che impiega regole, mentre il 13% opta per il divieto totale. Le strategie di supervisione variano a seconda dell’età e dell’istruzione dei genitori; i più giovani tendono a preferire restrizioni. Circa il 75% dei minorenni ha esperienza di contenuti problematici, ma solo il 15% esprime preoccupazione per i contenuti audiovisivi non protetti. Inoltre, più di 80 cittadini su 100 attuano forme di contrasto quando si imbattono in contenuti a rischio, pur non verificando sempre la loro fonte.
La conoscenza degli algoritmi di raccomandazione risulta scarsa, con il 41% della popolazione non informato al riguardo. Meno della metà cerca consigli per un uso critico della comunicazione. Nonostante ciò, il 48% sa che è possibile personalizzare la propria esperienza online, e tra questi, l’80% utilizza strumenti di curation editoriale, dimostrando una certa consapevolezza nella gestione dei contenuti digitali.
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