Impagnatiello vende beni per apparire nullatenente, la sorella di Giulia: “siete feccia”.
Secondo la sentenza del giudice Francesco Pipicelli, la vendita avvenuta nell’agosto 2023, per un valore esiguo di 10 mila euro, contrapposto a un valore reale di circa 20 mila euro, è stata realizzata «all’esclusivo fine di sottrarre il bene alle ragioni creditorie dei familiari di Giulia Tramontano». Questo ha portato alla condanna della cognata per risarcire la famiglia della vittima, con una somma di 20 mila euro, più 5 mila euro per spese legali. Anche se significativa, questa cifra rappresenta solo una piccola parte del risarcimento totale previsto nei confronti di Impagnatiello.
Il tentativo di proteggere l’imputato
La questione si complica ulteriormente poiché i familiari di Impagnatiello si sono attivamente impegnati nel tentativo di proteggerlo. Il fratello di Alessandro, Omar, aveva ricevuto una procura speciale per gestire conti e beni dopo l’arresto del presunto assassino. È stato proprio lui a seguire la vendita dell’auto alla cognata. Inoltre, negli atti è emerso che, nell’ottobre 2024, il veicolo stesso fu denunciato come rubato. La denuncia venne però respinta dall’assicurazione, che definì la dinamica «anomala» e non riconducibile ai danni dichiarati.
