La scienza ribalta l’allerta di Trump: ecco i nuovi dati.

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La Relazione tra Paracetamolo in Gravidanza e il Rischio di Autismo: Le Ultime Scoperte

La Dichiarazione di Donald Trump e il Dibattito

Recentemente, Donald Trump ha sollevato un’importante questione riguardante una possibile correlazione tra l’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza e il rischio di autismo nei bambini. Questa affermazione ha generato un vivace dibattito tra esperti del settore. Claudio Giorlandino, ginecologo e direttore scientifico del Centro di Ricerche Altamedica di Roma, è intervenuto per chiarire le implicazioni di queste dichiarazioni.

Analisi degli Studi Esistenti

Il Professor Giorlandino ha esaminato la validità degli studi citati da Trump, spiegando che la maggior parte di essi si basa su ricerche osservazionali e biomarcatori ematici nel cordone ombelicale, oltre a studi epidemiologici non verificati attraverso casi di controllo. Questi metodi, sebbene utili, non possono stabilire un nesso di causalità tra l’uso di paracetamolo e l’autismo. “Le ricerche osservazionali indicano associazioni ma non confermano correlazioni dirette. È importante ricordare il caso dei vaccini, che per anni sono stati indebitamente accusati di causare malattie”, ha affermato Giorlandino.

È degno di nota il più ampio studio pubblicato su JAMA nel 2024, che coinvolge oltre due milioni di bambini e ha esaminato il legame tra paracetamolo e autismo. Questo studio ha escluso una relazione causale, rivelando che il paracetamolo rimane una scelta sicura per gestire febbre e dolori durante la gravidanza.

Il Ruolo delle Associazioni Mediche

Organizzazioni globali di prim’ordine, come l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) e l’Italian College of Feto-Maternal Medicine, confermano che l’uso del paracetamolo non solo è sicuro, ma anche raccomandato per trattare febbre e dolore in gravidanza. “Ignorare febbre o dolore può causare più danni che ricorrere al farmaco”, ha ribadito Giorlandino. Rispetto all’idea che il paracetamolo possa causare autismo, sottolinea che non esiste alcuna prova scientifica a supporto di tale affermazione.

Riflessioni sulla Proposta di Trump

In merito alla proposta di Trump di trattare l’autismo con l’acido folinico (Leucovorin), Giorlandino ha riconosciuto che alcuni studi evidenziano miglioramenti nel linguaggio e nelle capacità cognitive dei bambini autistici, senza però costituire una “cura” definitiva. Le evidenze mostrano che i miglioramenti sono più significativi nei bambini con attività autoimmunitaria contro il recettore alfa del folato.

Differenze nell’Autismo: Sindromico vs Non Sindromico

È fondamentale distinguere tra autismo sindromico, causato da fattori genetici, e autismo non sindromico, che sembra sempre più legato a meccanismi autoimmunitari. Negli ultimi vent’anni, c’è stato un incremento significativo dei casi di autismo, passando da 1 caso ogni 180 a 1 ogni 31, secondo le principali agenzie sanitarie. Giorlandino nota che questo incremento ha coinciso con una crescita delle malattie autoimmuni nelle donne, suggerendo un possibile legame tra anticorpi materni e lo sviluppo cerebrale del feto. “Se non si interviene presto, i danni causati in utero potrebbero rivelarsi irreversibili”, avverte.

Scoperte Italiane nel Settore della Ricerca

Giorlandino ha annunciato importanti risultati provenienti dalle ricerche condotte dal suo team. “Siamo stati pionieri nel dimostrare che l’autismo non sindromico può derivare da meccanismi di autoimmunità materna”, ha affermato. I ricercatori hanno identificato anticorpi (FRAA) in grado di bloccare il recettore alfa del folato, impedendo uno sviluppo cerebrale ottimale. Uno studio randomizzato e controllato, registrato con il numero ISRCTN96269039 e in fase di pubblicazione, ha coinvolto 210 donne e ha rivelato risultati sorprendenti: i figli delle madri trattate con acido folinico hanno mostrato un’incidenza di autismo del 10%, rispetto al 62,5% nel gruppo trattato con acido folico.

Questi risultati evidenziano non solo il significato dell’intervento precoce ma suggeriscono anche che il test per gli anticorpi FRAA dovrebbe diventare obbligatorio per le donne in fase preconcezionale o nei primi mesi di gravidanza.

La Necessità di Approfondire la Ricerca

In sintesi, il dibattito sull’uso del paracetamolo in gravidanza e il suo impatto sull’autismo necessita di ulteriori studi. Anche se le affermazioni di Trump hanno acceso discussioni, gli esperti concordano sul fatto che al momento non ci sono prove sufficienti per incolpare il paracetamolo. È essenziale continuare la ricerca in questo campo, sia per comprendere meglio le complessità dell’autismo sia per garantire salute e sicurezza a madri e bambini.

Fonti:

  • Journal of the American Medical Association (JAMA)
  • American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG)
  • Italian College of Feto-Maternal Medicine

Ultimo aggiornamento: mercoledì 24 settembre 2025, 13:40

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