Meloni stoppa Nordio, il Concorso esterno e le distanze tra i due

Meloni Nordio

Meloni Nordio - Fonte:web

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Meloni Nordio – Fonte:web

Nel confronto tra Giorgia Meloni e Carlo Nordio sul tema del concorso esterno in associazione mafiosa, in vista delle celebrazioni per la morte di Paolo Borsellino, emergono le differenze tra i due rappresentanti di Fratelli d’Italia.

Nonostante i toni pacati e rispettosi dell’ultimo confronto-scontro, le divergenze tra la presidente del Consiglio e il suo ministro della Giustizia sono evidenti, soprattutto riguardo al metodo piuttosto che al merito delle questioni.

Le dichiarazioni del Guardasigilli sulla necessità di “rimodulare un reato-ossimoro” come il concorso esterno in associazione mafiosa, proprio in prossimità delle commemorazioni per la morte di Paolo Borsellino, hanno sollevato un problema di opportunità, prima ancora che di contenuto.

La posizione del ministro Nordio è stata anticipata e criticata dal sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, primo consigliere della premier per le questioni di giustizia e sicurezza, il quale ha spiegato che tale intervento non era una priorità e che il governo sta lavorando a un decreto-legge per rafforzare il concetto di “criminalità organizzata”, indebolito da una recente sentenza della Cassazione.

Nordio ha accettato senza reagire. Questi segnali mettono in luce le difficoltà di un ministro poco abituato alle dispute politiche e alle insidie che si celano dietro ogni dichiarazione, che egli fa con un approccio più accademico o giuridico che da uomo di governo. Ogni volta che deve correggere o chiarire meglio ciò che intendeva dire, è costretto a ribadire che si tratta di concetti già espressi in libri e conferenze nel corso degli anni. In passato, quando era solo un “tecnico” o un intellettuale e non un ministro.

Renzi e Forza Italia dicono si

Nonostante questi aspetti, c’è ancora un nodo cruciale che, a nove mesi dalla formazione del governo, non è stato risolto e rischia di complicarsi ulteriormente: per la sua composizione, la sua storia e le idee che ha sempre espresso, Carlo Nordio all’interno della coalizione che sostiene il governo sembra essere più vicino a Forza Italia che a Fratelli d’Italia, il partito che lo ha candidato alle elezioni. Al di fuori dei confini della maggioranza, sembra essere ancora più vicino a Italia Viva di Matteo Renzi, che lo ha sempre elogiato come “il miglior ministro della Giustizia” e come “un galantuomo”. Inoltre, il responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa (ex Forza Italia), ha recentemente affermato che “Nordio ha un’identità e una linea chiara e garantista, mentre Fratelli d’Italia lo segue o lo ostacola a seconda delle circostanze. Anche questo è un utilizzo strumentale della giustizia”.

Questo punto di vista trova conferma nel fatto che Nordio è stato il presidente del comitato per il “sì” ai referendum sulla giustizia nella scorsa primavera, che però non hanno raggiunto il quorum. È importante notare che Forza Italia (e Italia Viva) hanno sostenuto convintamente tali quesiti referendari, mentre Fratelli d’Italia ha sostenuto solo tre di essi, opponendosi a quelli volti a limitare la custodia cautelare in carcere e ad abrogare la legge Severino sulle ineleggibilità dei condannati. Questo dettaglio rivela molto sull’approccio più “garantista” dell’ex magistrato rispetto al partito che lo ha portato in Parlamento.

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La nomina di Nordio

Carlo Nordio è stato scelto anche per la sua notorietà e autorevolezza, dovuta alle frequenti apparizioni televisive, soprattutto sulle reti Mediaset. Questo ha contribuito a fornirgli una sorta di investitura popolare. Durante le trattative con gli alleati, ci sono state alcune frizioni con Forza Italia, che rivendicava la poltrona di via Arenula. Tuttavia, un rapido incontro faccia a faccia con Silvio Berlusconi è bastato per garantire a Nordio la nomina a Guardasigilli. Successivamente, non sono mancate incomprensioni e piccoli intoppi lungo il percorso. Ad esempio, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, Nordio ha lasciato intendere che considerava le intercettazioni inutili nelle indagini antimafia.

Anche in quel caso, è arrivato un cordiale “stop” da Palazzo Chigi, accompagnato dalla solidarietà di Forza Italia. Questo sostegno è stato ribadito ancora ieri riguardo al concorso esterno. Tuttavia, la convivenza continua perché c’è la necessità di realizzare un programma di governo che include la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. In vista dell’opposizione compatta della magistratura, si richiede la presenza di un ex magistrato come testimonial. Prima di tutto, però, bisognerà superare l’ostacolo dell’abolizione totale dell’abuso d’ufficio, che Nordio ha incluso nel disegno di legge che sta per arrivare al Senato, con il pieno sostegno di Forza Italia. Dopo le perplessità espresse dal Quirinale e in attesa del dibattito parlamentare, si attendono le indicazioni di Giorgia Meloni sul destino di quel reato e del ministro della Giustizia.