Naufragio al largo della Libia: 3 morti e 100 dispersi

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Mentre imperversano le polemiche nel dibattito politico sulle scelte del Consiglio Europeo in tema migranti, ecco verificarsi l’ennesima tragedia del mare: un naufragio al largo della Libia.

L’ ennesima tragedia del mare

L’imbarcazione era partita all’alba dalla città di Garabulli, situata circa 50 chilometri a Est di Tripoli, stando al racconto dei sopravvissuti. Qualche ora dopo la partenza, sul natante c’è stata un’esplosione e il motore ha preso fuoco; la barca ha iniziato a imbarcare acqua e i migranti hanno cercato di aggrapparsi in parte al natante, in parte alle taniche di carburante cadute in acqua.

Secondo la guardia costiera, i migranti sono stati avvistati da alcuni pescatori che hanno lanciato l’allarme. I testimoni hanno detto che a bordo c’erano molte famiglie marocchine e cittadini yemeniti. Tra i dispersi figurano due neonati e tre bambini di età compresa tra 4 e 12 anni, così come tra 10 e 15 donne.

 

 

Il racconto di un superstite

Amri Swileh, un sopravvissuto dello Yemen, ha detto ai giornalisti di essersi inizialmente rifiutato di salire sul barcone quando ha visto che a bordo c’erano oltre 100 persone, perché gli avevano promesso che i passeggeri sarebbero stati solo venti. Uno scafista ha però minacciato di sparargli in testa se non fosse salito sulla barca, lunga soltanto otto metri. Tutti e cinque i compagni di viaggio yemeniti con cui era partito Swileh sono dispersi.

Salvini; “Chiudiamo i porti”

La tragedia della Libia non sembra toccare Matteo Salvini, padrone di casa del Viminale che, intervistato a margine del Festival del Lavoro di Milano si preoccupa di ribadire la linea dura dell’Italia con la chiusura dei porti alle Ong.

 

 

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