Novartis investirà 150 milioni entro il 2028 per innovazioni nella salute globale.

Novartis investirà 150 milioni entro il 2028 per innovazioni nella salute globale.

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Giovani e Ricerca Scientifica: Un Futuro di Speranza e Preoccupazione

Secondo un recente studio commissionato da Novartis e condotto in occasione dell’evento “Sound of Science” a Milano, i giovani italiani sotto i 40 anni mostrano una notevole fiducia nella ricerca medico-scientifica. Infatti, il 73,1% di loro crede che, nel giro di cinque anni, sarà possibile curare malattie attualmente incurabili. Ciò nonostante, oltre il 70% degli intervistati ritiene che, nei prossimi anni, la salute degli italiani potrebbe peggiorare a causa delle difficoltà nell’accesso a prevenzione e cure.

Questo paradosso evidenzia l’ottimismo nei confronti dei progressi scientifici, ma anche una forte consapevolezza riguardo le sfide attuali. I dati sono stati presentati da Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, che ha sottolineato: “In un sistema sanitario moderno, le conoscenze scientifiche e le tecnologie innovative sono fondamentali per rispondere alle emergenze sanitarie”. Fedriga ha anche enfatizzato l’importanza di un’alleanza tra pubblico e privato per incrementare la ricerca e l’innovazione, risorse cruciali per un futuro equo e inclusivo.

Investimenti Strategici per la Ricerca Italiana

Novartis Italia ha in programma di investire oltre 150 milioni di euro in ricerca e sviluppo entro il 2028, di cui 40 milioni dedicati specificamente alla ricerca italiana. Valentino Confalone, amministratore delegato di Novartis Italia, ha dichiarato: “Crediamo nella capacità del nostro Paese di essere un leader nella ricerca medico-scientifica e vogliamo continuare a portare innovazione ai pazienti”. Questo impegno include lo sviluppo di piattaforme tecnologiche innovative, come le terapie cellulari e geniche, indirizzate a malattie con elevato bisogno insoddisfatto.

Nell’ottica di fronteggiare il rischio di una stagnazione nella ricerca clinica, Emanuele Monti, membro del Cda di AIFA, ha evidenziato i risultati ottenuti: “Abbiamo ridotto i tempi di accesso ai nuovi farmaci in Italia del 60% e aumentato i fondi innovativi”. La situazione attuale richiede un cambio di rotta, tanto più che l’Europa ha visto una perdita del 25% degli investimenti in ricerca farmaceutica negli ultimi cinque anni, a fronte di una crescita del 30% in Cina.

Il coinvolgimento dei giovani è cruciale per modellare strategie future. Il 72,3% degli intervistati ha segnalato l’importanza di includere i pazienti nelle decisioni sanitarie, comprese le sperimentazioni cliniche e i percorsi di cura. Questa voce giovane rappresenta un patrimonio inestimabile in termini di esperienza e necessità.

### Sfide e Opportunità nel Settore della Salute

La burocrazia e la scarsa digitalizzazione sono stati identificati come i principali ostacoli alla ricerca, con il 55,2% dei giovani che indica la complicazione burocratica come un freno allo sviluppo. Similmente, il 24,2% sottolinea le carenze in ambito tecnologico. Questi risultati puntano a una necessità di riforme significative nel nostro sistema sanitario, con l’intento di sbloccare le potenzialità della ricerca e facilitare l’accesso alle terapie più innovative.

Alessandro Fermi, assessore all’Università, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, ha affermato: “L’Italia offre un ecosistema unico per la ricerca e dobbiamo tornare ad attrarre investimenti”. Egli ha richiamato l’attenzione sulla necessità di azioni concrete per promuovere investimenti e progettualità che rafforzino un approccio data-driven in sanità.

A conferma di quanto emerso nello studio, il 55,2% dei giovani sente che il coinvolgimento dei pazienti può contribuire significativamente a migliorare la ricerca. Mario Alberto Battaglia, direttore generale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, ha spiegato come i pazienti possano diventare parte attiva della ricerca, portando le loro esperienze nei team di ricerca.

In un clima così dinamico, è essenziale guardare al futuro con consapevolezza. L’Italia ha tutte le potenzialità per emergere come un punto di riferimento internazionale nella ricerca biomedica, a patto che si continui a investire in capitale umano e innovazione. La sfida è ora quella di superare gli ostacoli burocratici e promuovere un sistema integrato che permetta una gestione più efficiente delle risorse sanitarie. Questo cambiamento è cruciale per garantire un accesso rapido e equo a soluzioni terapeutiche avanzate.

In conclusione, il futuro della ricerca medico-scientifica in Italia dipende dalla capacità di affrontare le sfide attuali, favorendo un’alleanza tra giovani, istituzioni e privato. Il momento è ora: le nuove generazioni già ci credono.

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