Parte Feuromed: una nuova visione per il Mezzogiorno

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La seconda edizione di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia, si apre con l’obiettivo di cambiare la narrazione del Mezzogiorno e di ribadire che il sud appartiene all’Europa. Diretto da Roberto Napoletano e promosso da Il Quotidiano del Sud e dall’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, il festival ha il sostegno del Parlamento Europeo, della Commissione Europea e della BEI, con il patrocinio del Comune di Napoli.

Durante la seconda edizione del festival, l’attenzione è rivolta anche a ciò che sta accadendo ai confini dell’Europa. Secondo l’ex governatore della Banca d’Italia, l’Europa si trova impreparata a fronteggiare le sfide geopolitiche e a mantenere il proprio ruolo sul mercato globale. La crescente frammentazione economica e tecnologica rischia di minare la competitività del continente e di allontanarlo dagli obiettivi di sviluppo.

Nel corso degli ultimi anni, il Mezzogiorno ha registrato una crescita economica inferiore alla media nazionale, accumulando un ritardo di circa 15 punti percentuali rispetto al centro-nord. Nonostante il potenziale rappresentato dal sud, sono emersi diversi gap strutturali che limitano la sua performance economica. Tra i principali problemi si trovano la scarsa densità di imprese, la limitata propensione alla ricerca e all’export, la mancanza di capitale umano qualificato e le carenze infrastrutturali.

Per affrontare queste sfide, è necessario un maggiore impegno nella formazione dei giovani e nell’investimento nelle infrastrutture. Le aziende come Webuild hanno annunciato piani di assunzione di migliaia di giovani nel sud, riconoscendo l’importanza della formazione professionale per garantire la competitività del paese. La realizzazione di grandi infrastrutture, come la Napoli-Bari, è cruciale per collegare le diverse aree del Mezzogiorno e favorire lo sviluppo economico della regione.

Il Ponte sullo Stretto di Messina rimane un progetto controverso ma secondo l’ad di Webuild sarebbe una follia non realizzarlo. In un contesto di cambiamento e di sfide globali, è fondamentale che l’Italia investa nelle infrastrutture e nella formazione dei suoi giovani per garantire un futuro sostenibile e competitivo.

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