Piastrelle per pavimenti altamente tossiche, maxi sequestro ad Enna

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L’inchiesta parte dalla Procura di Enna e riguarda il sequestro di alcuni lotti di piastrelle per pavimenti nere lucide che all’improvviso cambiano colore e si degradano, rivelandosi altamente tossiche e nocive alla salute.

Dopo “analisi preoccupanti” la guardia di finanza ha ordinato il sequestro di migliaia di piastrelle. Le Fiamme gialle hanno anche rintracciato due lotti venduti in Europa. Pureblack è il nome delle piastrelle, che ha dato il nome all’operazione, partita da Enna e che ha consentito di rintracciare due lotti di piastrelle di importazione dalla Cina prima dell’immissione in commercio.

Da esami dell’Arpa è emerso che “l’esposizione delle persone alle polveri generate dal calpestio” delle mattonelle “sia causa di danno, nel lungo periodo, alla salute delle persone”, anche per il sospetto che “nel ciclo produttivo che ha generato la mattonella siano stati inseriti rifiuti pericolosi”. L’Istituto superiore di sanità, attivato dal ministero della Salute, segnala “possibili rischi per la salute dei consumatori”.

Le sostanze incriminate rinvenute sono  arsenico, nichel, piombo e cromo,  in quantità tali da costituire pericolo per la salute pubblica. Normalmente vengono “sigillate” all’interno della piastrella con un processo di vetrificazione dovuto alle altissime temperature di cottura. Secondo l’accusa l’iter di produzione non sarebbe stato regolare e le sostanze tossiche erano pericolosamente affiorate in superficie. Inoltre per l’Arpa collega “la pericolosità del manufatto” in “quanto vi è stato verosimilmente inserito un preparato (probabilmente un rifiuto pericoloso) estraneo alla sua formulazione”.
Dalle indagini, coordinate dal procuratore Massimo Palmeri e dal sostituto Augusto Rio, è emerso che i due lotti sequestrati erano stati prodotti da due diverse aziende della regione del Guangdong, nel sud della Cina, con identici stampi.
Dai documenti doganali e commerciali le Fiamme gialle hanno individuato gli esercizi commerciali cui erano state vendute le piastrelle e hanno sequestrato, con l’ausilio dei Reparti sul territorio, circa 7.000 pezzi in 15 operazioni, prima che venissero commercializzati ed utilizzati dagli ignari acquirenti. Sono stati denunciati i rappresentanti legali delle società italiane d’importazione e commercializzazione.

Piastrelle per pavimenti nere lucide che all’improvviso cambiano colore e si degradano, rivelandosi altamente tossiche e nocive alla salute. È il centro di un’inchiesta dalla Procura di Enna che, dopo «analisi preoccupanti», ha disposto, tramite la guardia di finanza, il sequestro di migliaia di piastrelle.

Le Fiamme gialle hanno anche rintracciato due lotti venduti in Europa. Pureblack è il nome delle piastrelle, che ha dato il nome all’operazione, partita da Enna e che ha consentito di rintracciare due lotti di piastrelle di importazione dalla Cina prima dell’immissione in commercio.
Da esami dell’Arpa è emerso che «l’esposizione delle persone alle polveri generate dal calpestio» delle mattonelle «sia causa di danno, nel lungo periodo, alla salute delle persone», anche per il sospetto che «nel ciclo produttivo che ha generato la mattonella siano stati inseriti rifiuti pericolosi».

L’Istituto superiore di sanità, attivato dal ministero della Salute, segnala «possibili rischi per la salute dei consumatori». Arsenico, nichel, piombo e cromo: sarebbero le sostanze rilevate nelle piastrelle in quantità tali da costituire pericolo per la salute pubblica. Normalmente vengono «sigillate» all’interno della piastrella con un processo di vetrificazione dovuto alle altissime temperature di cottura.

Secondo l’accusa l’iter di produzione non sarebbe stato regolare e le sostanze tossiche erano pericolosamente affiorate in superficie. Inoltre per l’Arpa collega «la pericolosità del manufatto» in «quanto vi è stato verosimilmente inserito un preparato (probabilmente un rifiuto pericoloso) estraneo alla sua formulazione».
Dalle indagini, coordinate dal procuratore Massimo Palmeri e dal sostituto Augusto Rio, è emerso che i due lotti sequestrati erano stati prodotti da due diverse aziende della regione del Guangdong, nel sud della Cina, con identici stampi.

Dai documenti doganali e commerciali le Fiamme gialle hanno individuato gli esercizi commerciali cui erano state vendute le piastrelle e hanno sequestrato, con l’ausilio dei Reparti sul territorio, circa 7.000 pezzi in 15 operazioni, prima che venissero commercializzati ed utilizzati dagli ignari acquirenti. Sono stati denunciati i rappresentanti legali delle società italiane d’importazione e commercializzazione.

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