Primo intervento nel Sud Italia: sostituzione transcatetere della valvola tricuspide

Primo intervento nel Sud Italia: sostituzione transcatetere della valvola tricuspide

Prima sostituzione della valvola tricuspide transcatetere al Sud Italia PALERMO (ITALPRESS) – Un...

Prima sostituzione della valvola tricuspide transcatetere al Sud Italia

PALERMO (ITALPRESS) – Un traguardo senza precedenti per la sanità del Sud Italia: per la prima volta, presso l’ISMETT di Palermo, è stata eseguita una procedura di sostituzione transcatetere della valvola tricuspide. Questo intervento innovativo è stato realizzato senza la necessità di aprire il torace del paziente, utilizzando una protesi avanzata. L’équipe medica, guidata dalla dottoressa Caterina Gandolfo, Direttore dell’Unità di Cardiologia Interventistica, ha completato l’intervento in soli 50 minuti, con esito positivo. Il paziente, attualmente in ottime condizioni cliniche, sarà dimesso nei prossimi giorni.

Un’opzione innovativa per l’insufficienza tricuspidale

L’insufficienza tricuspidale è una patologia grave e potenzialmente letale, spesso associata a sintomi debilitanti come affanno, edemi e problemi renali. Ad oggi, non esistevano terapie realmente risolutive per questo tipo di valvulopatia, che viene comunemente definita “la valvola dimenticata”. Come spiegato dalla dottoressa Gandolfo, “la nostra procedura rappresenta un’innovazione significativa: ora possiamo affrontare la valvulopatia tricuspidale senza dover ricorrere alla cardiochirurgia tradizionale. I risultati sono sorprendenti; grazie alla protesi, il rigurgito valvolare può essere completamente eliminato”.

I dati epidemiologici evidenziano come il rigurgito tricuspidale sia un problema diffuso. Studi recenti mostrano che si riscontra nel 70-90% delle persone che si sottopongono a un ecocardiogramma. Sebbene forme di rigurgito lieve possano apparire anche in soggetti sani, le forme più severe tendono ad aumentare con l’età e colpiscono in misura maggiore le donne. Circa il 4% delle persone oltre i 75 anni presenta un rigurgito clinicamente significativo, ma più del 90% di coloro che soffrono di forme gravi non riceve alcun trattamento.

La protesi utilizzata, denominata Evoque, è stata progettata specificamente per affrontare le sfide legate all’anatomia della valvola tricuspide. Realizzata con una struttura in nitinolo, la protesi include una fascia in tessuto intra-anulare e lembi in tessuto pericardico. L’impianto viene eseguito attraverso la vena femorale e guidato ecograficamente fino al cuore, dove la protesi si ancorerà all’anello valvolare, ripristinando la normale funzionalità cardiaca.

Collaborazione multidisciplinare al servizio della salute

La dottoressa Gandolfo ha espresso gratitudine verso la sua squadra e la direzione dell’Istituto per il supporto nell’implementazione di tecnologie innovative. “Un ringraziamento va alla direzione clinica e a Michele Pilato, direttore del Centro Cuore, per la visione e il sostegno ai percorsi di innovazione”, ha aggiunto la dottoressa. La complessità della valvola tricuspide ha sempre rappresentato un ostacolo per i medici, ma grazi a questa nuova tecnologia, la gestione dei pazienti con insufficienza tricuspidale è destinata a migliorare notevolmente.

Michele Pilato, in qualità di Direttore del Centro Cuore di ISMETT, ha sottolineato l’importanza di adeguarsi a un panorama cardiovascolare sempre più complesso. “I nostri pazienti sono sempre più anziani e presentano diverse comorbilità. Grazie alle nuove tecnologie e approcci terapeutici, possiamo offrire diverse opzioni e personalizzare il trattamento a seconda delle necessità del paziente”, ha dichiarato Pilato. La sinergia tra diversi professionisti nel team cardiaco garantisce la massima sicurezza e qualità dell’intervento.

Grazie a questi progressi, ISMETT si posiziona come un punto di riferimento per la cardiologia avanzata nel Sud Italia, portando un nuovo impulso alla cura delle patologie cardiache e migliorando le prospettive di vita per molti pazienti. La sostituzione della valvola tricuspide mediante questa nuova tecnica rappresenta un faro di speranza per tutti coloro affetti da insufficienza tricuspidale.

Il futuro della cardiologia intervenzionista si preannuncia innovativo, con sempre più tecnologie in grado di cambiare radicalmente l’approccio al trattamento delle malattie cardiache. L’obiettivo è quello di rendere le terapie più accessibili e meno invasive, garantendo al contempo risultati ottimali.

Fonti ufficiali: ISMETT, Ministero della Salute.

– Foto ufficio stampa ISMETT –

(ITALPRESS)

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