Registro elettronico: più conflitti tra insegnanti e famiglie, alunni sotto pressione e controllo eccessivo.
Un elemento di tensione proviene dalla rapidità con cui i genitori accedono alle valutazioni. Divenuto un tema di conflitti, questo accesso immediato ha creato una situazione in cui i ragazzi sentono una pressione esterna costante. Anche il noto psicoterapeuta Raffaele Morelli ha denunciato questa pratica, evidenziando i pericoli legati alla sovraesposizione delle performance scolastiche. Secondo Morelli, “il registro elettronico è una vera follia: i ragazzi non hanno più la possibilità di assumersi la responsabilità delle loro azioni”.
Il problema non si limita a questioni di disciplina. Gli effetti di questa pressione sono tangibili; secondo rapporti, i casi di suicidio tra i giovani sono aumentati del 500% in relazione a fattori di stress scolastico e sociale. Morelli avverte che, nel tentativo di proteggere i propri figli, i genitori rischiano di trasformarli in “pupazzi”, privandoli della chance di sviluppare un’autonomia e capacità di affrontare le difficoltà della vita.
Le critiche dal mondo della medicina
Anche Paolo Crepet, psichiatra di fama, ha espresso critiche incisive verso il registro elettronico. In un’intervista rilasciata a Repubblica, ha dichiarato: “Il registro elettronico è la più grande boiata che abbiano mai potuto inventare”, evidenziando che questo strumento ha privato gli studenti della possibilità di sbagliare e di crescere in autonomia. La sua opinione rispecchia un crescente disagio tra i professionisti della salute mentale riguardo alle dinamiche educative contemporanee.
Crepet sottolinea la fragilità delle nuove generazioni e la responsabilità dei genitori, considerati accondiscendenti e privi di autorità. Secondo lui, la tendenza a difendere i figli ad ogni costo, specialmente quando si tratta di voti negativi, rappresenta un grave pericolo. “Stiamo creando giovani incapaci di affrontare le sfide della vita”, afferma.
