Strage a Bengasi vicino una Moschea, almeno 33 morti e molti feriti

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Strage a Bengasi. Due bombe sono esplose a Bengasi, in Libia, intorno alle 21 ora locale, nei pressi della moschea Baiat al Ridwan, nel quartiere di Al Salmani. Le autorità Parlano di un bilancio provvisorio di almeno 33 morti e oltre 70 feriti.

Strage a Bengasi: tra le vittime esponenti della sicurezza

Tra le vittime ci sarebbero anche alti esponenti della sicurezza della città libica: è rimasto ferito Almahdi Al Fellah, capo dell’Intelligence department, Internal security e state security, mentre sarebbe morto Ahmed Alfaytori, capo del dipartimento delle unità investigative. Sarebbe rimasto ferito anche il colonnello Belkasim Al Obaidi del Direttorato della sicurezza di Bengasi.

Il sito di Sky News Arabia, senza precisare le proprie fonti, parla di «33 morti e più di 71 feriti». Citando «l’ospedale Al Galaa», il sito della tv Libyàs Channel indica invece «25 morti e 51 feriti», quale «risultato delle due esplosioni di ieri nella zona di Al Salmani».

Le bombe sono esplose a distanza di 10-15 minuti l’una dall’altra. Il secondo ordigno era posizionato su una Mercedes parcheggiata sulla stessa strada della prima, ma dal lato opposto. La deflagrazione ha colpito anche un’ambulanza arrivata per soccorrere le persone coinvolte nella prima esplosione.

Nell’area è scattata una vasta operazione delle forze di sicurezza alla ricerca della cellula terroristica che, secondo le stesse fonti, apparterrebbe allo Shura Council of Benghazi Revolutionary, una coalizione di milizie integraliste islamiche tra cui la più nota è Ansar al-sharia.

Le esplosioni nei pressi di un moschea all’uscita dei fedeli

I fedeli coinvolti nel sanguinoso attentato, avvenuto intorno alle 21 ora locale, stavano uscendo dalla moschea Baiat al Ridwan, nella zona del quartiere di Al Salmani, non lontano dalla zona portuale. In un primo momento fonti dell’intelligence avevano parlato di 7 morti e venti feriti, ma il bilancio si è poi progressivamente aggravando e molti dei feriti sono morti in ospedale.

La città è teatro da più di tre anni di un conflitto sanguinoso tra le forze leali al generale Khalifa Haftar e gli integralisti islamici. L’esercito nazionale libico di Haftar negli ultimi tempi ha più volte affermato di aver sconfitto gli integralisti e di avere il controllo dell’area portuale. Ma gli attentati fuori dalle moschee, seppure meno frequenti, sono continuati.

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