Tav, se non parte entro dicembre danno erariale per 75 milioni al mese

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Tav.  In attesa dell’analisi sui costi e benefici della Tav il commissario di governo Paolo Foietta – da mesi protagonista di un feroce scontro con il governo, che non l’ha mai voluto ricevere – invia al premier Conte un dossier sulla Torino-Lione.

SEcondo l’analisi presentata da Foietta, se la Tav non si realizzasse  costerà da dicembre 75 milioni al mese, contributi europei che Italia e Francia perderanno.

Il documento, contiene alcuni elementi,  il primo è una valutazione economica: allo stato attuale non esiste l’opzione zero. Anzi, esiste ma equivale a chiudere il collegamento con la Francia, cosa che ha comunque un costo non indifferente. L’alternativa è decidere come concludere un’opera iniziata.

Secondo il rapporto il 20% del valore degli scambi tra Italia e mondo passa dal confine francese. L’utilità di una nuova linea ferroviaria sta anche nel fatto di togliere migliaia di Tir dalle strade, dato che ogni treno porterebbe l’equivalente di 60 Tir, e di ridurre fino al 68% il costo del trasporto merci.

Tav: non ancora nominati gli esperti dell’analisi-costi benefici

Ad oggi non esiste un decreto che nomini gli esperti dell’analisi-costi benefici annunciato dal ministro Toninelli. Inoltre come spiega la stessa Unione Europea eventuali ritardi nell’esecuzione della Tav Torino-Lione potrebbero portare ad una “riduzione” dei fondi Ue destinati a finanziarne la realizzazione.

“Non c’è nessun atto che blocchi l’opera, ad oggi, solo parole in libertà – spiega Foietta – I blocchi o gli sblocchi agli appalti non si fanno via tweet. I governi, ma anche i condomini, ragionano per atti”

Cos’è la Tav e quanto costa

La Tav è una linea ferroviaria per merci e passeggeri che si trova nel cuore del Corridoio Mediterraneo che collega la Penisola iberica fino all’Est europeo, passando in Italia per la direttrice Torino – Trieste.

Un investimento economico da 8,6 miliardi di euro, di cui il 40% è cofinanziato dall’Unione Europea, mentre la quota restante è suddivisa tra i due Paesi (35% per l’Italia, 25% per la Francia).

Il fine lavori (iniziati con la realizzazione del tunnel di base nel 2018) è previsto per il 2029. Dall’analisi dei costi-benefici pubblicata nel 2012, si stimava la riduzione annuale di emissioni di gas serra pari a circa 3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, e lo spostamento di un milione di mezzi pesanti dalla gomma al ferro.

L’89% del tratto transfrontaliero è realizzato in galleria, mentre la maggior parte degli impianti in superficie sono collocati su aree già antropizzate, azzerando di fatto il consumo di suolo vergine.

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