Boy Scout cancellano il divieto di partecipazione a bimbi transgender

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Svolta storica per i Boy Scout degli Stati Uniti che hanno cancellato «con effetto immediato» il divieto di partecipazione ai bambini transgender, divieto che vigeva da oltre un secolo.

Il direttore esecutivo dell’associazione Michael Surbaugh, sarà tenuto conto soltanto del genere con cui i genitori iscriveranno il minore, mettendo fine alla richiesta di presentare il certificato di nascita.

Negli Usa circa 2,3 bambini sono membri dei Boy Scout, suddivisi in circa 110mila gruppi il 70% dei quali affiliato a organizzazioni religiose.

È un passo importante nell’apertura dell’organizzazione, dopo anni di accuse di politiche discriminatorie.  Già nel 2013 l’associazione aveva ammesso gli adolescenti apertamente omosessuali, mentre nel 2015 ha cancellato il veto che impediva agli adulti omosessuali di lavorare come responsabili.

«Ci siamo resi conto, dopo settimane di discussione, che prendere il certificato di nascita come punto di riferimento non è più sufficiente», ha affermato Surbaugh. «Le comunità e le leggi statali stanno intepretando l’identità di genere in modo diverso da come si faceva in passato», ha proseguito.

Il provvedimento nasce dalla vicenda di un’espulsione, quella di Joe Maldonado, bambino dalla incerta sessualità del New Jersey che era stato cacciato un anno fa dai boy scout a causa delle lamentele, da parte di alcuni adulti, proprio relative alla sua identità sessuale. Ne erano seguite proteste, polemiche, campagna di indignazione in tutto il paese che hanno alla fine convinto l’assoluzione che controlla i Boy Scout americani a fare marcia indietro. Si attende, a breve, l’iscrizione del piccolo Joe Maldonado.

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