I cambiamenti climatici incidono sull’economia: allarme di Bankitalia

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Il vice direttore della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, lancia l’allarme: cambiamenti climatici e questioni ambientali sono tra le sfide maggiori che l’economia ha di fronte. Signorini, è intervenuto alla presentazione del rapporto “National Dialogue on Sustainable Finance”, spiega come “i mercati probabilmente stanno sottoprezzando i rischi legati al clima perché pensano che gli effetti si materializzeranno soltanto nel lungo termine”.

Il mondo si sta riscaldando. Il 2015 a livello globale è stato l’anno più caldo dal 1880: dal 1986 si sono verificate diverse anomalie nella temperatura mondiale e gli anni successivi al 2000 sono stati i più caldi. L’Italia non ha fatto eccezione. L’Italia è particolarmente suscettibile all’instabilità idrogeologica e l’impatto del clima è spesso amplificato dalle attività dell’uomo.

Secondo Signorini ,”le autorità di vigilanza finanziaria devono prendersi cura di questi problemi perché gli effetti degli eventi naturali collegati al clima hanno potenzialmente conseguenze di vasta portata per l’economia e il sistema finanziario”.

Anche il  ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha anticipato come lo sviluppo sostenibile sarà al centro del G7 italiano ha detto: “Gli incentivi per la finanza verde devono essere migliorati”.

L’ufficio studi di Via Nazionale, ha spiegato Signorini, sta lavorando proprio su uno di questi aspetti: il rischio idrogeologico. Un pericolo che in Italia è di casa: oltre il 15% della popolazione e il 18% delle imprese sono esposte a possibili inondazioni, il 3,2 e 3,4 per cento rispettivamente in zone classificate come “a rischio molto alto”. Tra il 2009 e il 2011 si sono verificati una media di 82 eventi l’anno, con danni stimati per 2,7 miliardi di euro, mentre il costo per il 2015 è arrivato a 3,1 miliardi di euro.

Gran parte di queste perdite non erano assicurate e in molti casi si sono tradotte in fallimenti di imprese e crediti deteriorati nei bilanci delle banche. Al di là della distruzione immediata e delle necessità della ricostruzione poi, ha spiegato Signorini, inondazioni e frane hanno un impatti anche indiretto sul ciclo del credito, “riducendo il valore della garanzia dei prestiti bancari a seguito dei danni materiali e influenzando le propensioni finanziarie attive e passive”.

Bisogna lavorare sulla prevenzione e aumentare la copertura assicurativa sulle proprietà. “Anche se un terzo della popolazione vive in zone sismiche, il settore assicurativo stima che meno dell’1 per cento delle abitazioni ha una copertura privata per il terremoto”, ha detto Signorini. “Un modo di mitigare questi rischi sarebbe quello di promuovere le assicurazioni per proteggere le famiglie e le imprese e fornire incentivi per ridurre i rischi”. Un progetto che richiede però una qualche forma di intervento pubblico, visto che le assicurazioni private sono disincentivate a servire territori ad alta sismicità.

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